Son qui da sei anni. Eppure mi accorgo solo ora che fino ad adesso le belle passeggiate per le montagne sono sempre state relegate solo al periodo estivo, quando è tutto brullo e seccherello. Non mi spiego bene come mai sia successo ciò, anche se sospetto come due anni di pandemia ci abbiano messo lo zampino. Son quelle cose che accadono, senza che ci sia un vero perché. Fatto sta che invece quest’anno ho iniziato a fare qualche passeggiata primaverile. E che sorpresa! I prati che in estate sono un po’ secchi e stenterelli, in primavera sono un tripudio di fioriture! Per non parlare del sottobosco. Mi manca ancora una bella salita a febbraio-marzo, che potrebbe riservare ancora belle sorprese. La conserverò per l’anno venturo, per assumere il troppo bello a piccole dosi. Mi aspetto per allora bucaneve, anemoni, ellebori e primule. Appena ho un minuto scriverò qualcosa anche sulla Rocca dei Casali, ma sento troppo l’urgenza di scrivere invece qui dell’ultima passeggiata sul Caramet...
Dunque, per il post numero novanta, riprendo un po’ le fila di questi ultimi due mesi, elencando un po’ di cose che son successe. Prima le cose importanti: grazie all'aiuto di un amico, finalmente l’inventario del giardino è un po’ più navigabile, grazie ad un indice, con rimandi incrociati. A fine gennaio abbiamo avuto una scossetta di terremoto, non avvertita: grado 3, ad una profondità 36 km, praticamente con epicentro proprio sotto ai Casali. Il febbraio di quest’anno ha 56 giorni. È l’unica spiegazione. Sembra non finire mai, con tempo sempre grigio, nuvoloso o nebbioso. Giornate che si ripetono tutte uguali, senza vedere nulla fuori dalla finestra. Vado a passeggiare fino al bivio del mulino, per fare muovere le gambe. Ma non si vede niente, se non la quercia della 'Tachina', che è sempre un punto di riferimento. Ma anche qui, non si vede nulla. Ogni tanto si sente qualche rumore nel bosco: chissà chi mi fa compagnia. Il 8 febbraio sono caduti altri 20 cm di neve, ...