Passa ai contenuti principali

Post

Post in evidenza

Inventario delle varietà presenti in giardino

Al 1 febbraio 2024 sono in totale 266  diverse varietà. D i cui: hemerocallis  17  iris 23 , narcisi 24 , tulipani 6, altre bulbose 16, alberi da frutto  16,   nuovi arbusti 2, achillee 4, anemoni 3, aquilegie 6, officinali 6, settembrini 4, campanule 2, crisantemi 4, echinacee 2, epimedium3 , euchere 5, graminacee 8, ellebori 4, hosta 5, malvoni 4, ortensie 5, paeonie 3, persicarie 2, rose 15, salvie 15 , sedum 25 , altre erbacee perenni o annuali 41. Il dettaglio delle rose, si trova qui . - - - Hemerocallis 1. E. SchnicKel Fritz, da giardino Boscone da H.centroitalia , giardino davanti alla porta, 2018 2. E. Mildred mitchell (oppure over the top), da giardino Boscone da H.centroitalia, giardino, 2018, verificare bruttina 3. E. Stella de oro, da Boscone, da zia Medea, muretto strada e aiuola frutteto, 2019, 2021, 2022 4. E. Joan senior, importata da Boston, regalo della Elena Villa, giardino, 2019 5. Altra arancio scarpata insiene a stella de oro, forse blumen, cercare, muretto strad
Post recenti

un po' di ordine

Concluso un inverno mite e senza neve, che ci ha salutato però con un mese di pioggia come da tempo non accadeva, ho approfittato degli ultimi giorni di sole per mettere un po’ d’ordine nel frutteto, prima di Pasqua.  Mi son serviti quattro anni per capire che avere cumuli di materiali sparsi per il terreno, tutto sommato non era una idea poi così brillante, nonostante nella mia testa una logica sembrava esserci. E così tanto vale raccogliere tutto nel fienile coperto, che già di suo è al momento il ricettacolo di ogni disordine.  Fatto. Funziona così: da fuori quel che c’è dentro si nota poco, ma dentro non si nota la differenza con il disordine aggiuntivo. In compenso l’esterno ha guadagnato l’impressione di essere molto più in ordine. Credo ci sia una spiegazione scientifica per questo, chiedendo aiuto alla matematica: sommando due infiniti disordini, si ha come risultato un solo infinito disordine! Invece a che punto sono del programma definitivo dei lavori? Un filo in ritardo. Ma,

Rocca dei Casali con ometti

Da qualche settimana, dopo che l'amico muratore mi ha segnalato i canali social di un ragazzo in valle abilissimo dell'equilibrismo dei sassi (nickname Karol, IG e TT @lovebalancing ), mi è venuto un po' il pallino degli ometti in sasso. Dato che la materia prima non mi manca, aggiungere qualche ometto attorno a casa, proprio segnando i punti di passaggio come si fa seriamente in montagna, mi è sembrato il modo migliore per coronare questi anni di lavoro matto e disperatissimo.  È domenica mattina, e la terra è troppo bagnata per poter fare qualsiasi cosa.  Mi rassegno all'appropriata variazione sul tema della legge di Murphy: quando tu hai tempo per fare qualche lavoretto, è il lavoretto che non ha tempo per te... Mi è venuto in mente che sulla rocca solitamente ce ne sono molti, di ometti, e molto belli, usati per indicare le vie di arrampicata sulla falesia. Idea:  vado a fare un giro, per osservarli da vicino, e cercare di carpirne qualche trucco, in aggiunta ai tut

buon lavoro a me

Con l’inizio dell’anno nuovo faccio un po’ il punto della situazione sui miei lavoretti ai Casali.  Si avviano finalmente verso la conclusione i lavori di messa in sicurezza dei due fienili: il fienile della Rina ha un tetto sulla testa, e il fienile della Marcella è parzialmente demolito, e quasi libero dai sassi. Non significa che i lavori siano finiti (più che altro al momento è finito il portafoglio), ma almeno non dovrebbe più cadere niente in testa a qualcuno. Proseguono poi i lavoretti “della domenica”, per dare un senso agli spazi di quello che io chiamo frutteto, per distinguerlo dal giardino accanto a casa, ma solo per convenzione e per l’abitudine di dare un nome ad ogni cosa. In realtà non sa ancora bene neanche lui cosa essere: un prato a balze, un giardino, o chissà cosa…  Obiettivo è anche arrivare alla meta tanto agognata: poter chiamare l’ex fienile della Marcella “orto”, senza le tante virgolette che per ora ancora accompagnano la parola. Essendo davvero tantissime le

meno tre

Di solito questo non è il posto in cui mi lamento, anzi cerco di trovare il lato positivo delle cose che mi capitano. A volte mi sforzo un po’, ma mi impegno per farlo. Oggi sono un po’ triste, e così finisco a scrivere il primo post polemico del blog. Anzi, a ben pensarci forse è il secondo per la verità, e sempre sullo stesso argomento. Stavolta penso mi beccherò più di uno strale, ma se non è questo il posto dove ammucchiare i pensieri che mi passano per la testa, dove altro? Per la riflessione di oggi la prendo un po’ alla larga, partendo da un appunto di geografia urbana. Tra gli isolati più antichi del borgo di Casali, ce n’è uno che si colloca vicino alle Corti, ma a est della strada provinciale, e ricompreso tra la strada, la zona della Costa (dove sta la mia casa con i fienili), la chiesa ed il prato del Pissone. Un tempo c’erano una ventina di abitazioni tra le più antiche, ad occhio e croce. Di queste al momento ne rimangono: una aperta quasi ogni fine settimana, un’altra ap

per i posteri

Sono rimasto indietro nel raccontare i piccoli e grandi progressi fatti in questi ultimi mesi nella sistemazione del “frutteto” e dell’ “orto”, dove lentamente si inizia forse a intravedere l’aspetto che dovrebbe avere il tutto ad opera conclusa. Rimedierò. Dopo un anno ho finalmente capito che il tempo libero del fine settimana non sarebbe stato sufficiente per riuscire a completare i lavoretti, e approfittando delle belle giornate regalate da questa fine di autunno, ho dato una bella accelerata, lavoricchiando anche durante i giorni infrasettimanali, rispettando per adesso il cronoprogramma che mi sono costruito, e che prima o poi posterò anche qui. In questi giorni di spostamento sassi accelerato, alle prese con il più grosso tra tutti,   mentre faticavo a portarlo nella posizione prescelta, ho avuto una piccola illuminazione: perché non lasciare proprio qui dietro un messaggio in bottiglia, per spiegare a chi verrà dopo di me, se mai ci sarà, cosa mi sia venuto in mente? Così

un attimo

Chissà come, ogni volta che arriva uno dei vari anniversari legati ai Casali, sento sempre il bisogno di pensare a bilanci. Il 26 settembre 2015 mettevo per la prima volta piede qui. Chi avrebbe mai pensato a come sarebbe andata a finire?  O forse dovrei dire “come sarebbe iniziata”, dato che una fine per ora non c’è ancora. Resta il fatto che, come scriveva Giulia Maria Crespi, quel giorno di otto anni fa il filo della mia vita ha fatto un nodo. E rimane una delle cose migliori che mi siano capitate. Da allora non è cambiato niente, ed è cambiato tutto. Tra le varie, eravamo ancora in quattro. Fino al 27 settembre di tre anni fa. Ed è strano che due anniversari così significativi della vita recente, nel bello e nel brutto, se ne stiano a braccetto sull’agenda. Dopo tanti mesi passati sereni quassù, arrivano immancabili i giorni tristi. E nella testa di questi giorni frullano due parole: cosa rimane? La strada della solitudine l’ho imboccata convintamente. Tra i pro e contro di ogni co

In ordine sparso

  Ultimamente pare che il mio interesse per questo blog sia inversamente proporzionale al tempo che trascorro ai Casali. Passo oramai metà della mia vita quassù… e quando mi vien voglia di scrivere due righe qui? Gli unici giorni in cui sono a Cremona, ahimè sceso per fatti tristi… Mentre mi sciolgo nel felice mix di aria sahariana e sciusso estivo (visto che sto imparando termini tecnici piacentini?!), ne approfitto per riordinare alcune foto dell’ inventario del giardino : superate le 150 immagini, inizia anche lui a scompaginarsi come il più bieco file di world. Ne approfitto anche per lasciare qui un riassunto degli eventi principali capitati tra maggio e agosto, degni della prima pagina del Corriere di Casali, se mai verrà edito. + Ci son stati due battesimi per tre bambini. Uno è stato una festa della comunità. In pratica un evento storico: non accadeva da decenni, anche se il conteggio esatto rimane controverso e dibattuto. + Le sere estive anche quest’anno sono riempite d