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Visualizzazione dei post da luglio, 2016

Rocca di Casali, atto primo

Già una scorsa volta, quando avevo fatto un primo giretto   per il paese, avevo visto l'indicazione: per la rocca, qui a destra.  Stavolta son deciso, voglio arrivarci. Della rocca avevo già letto due begli articoli del blog valtolla.com (ovvero Cronache della Valdarda , scritto tutto attaccato) che mi avevano molto incuriosito. In generale tutti gli articoli del blog son davvero interessanti e ben scritti. Mi piacerebbe proprio poter conoscere questo signor Sergio, prima o poi. Il suo sito è diventato oramai un riferimento per cercare informazioni storiche approfondite sulla zona.  Ora però vorrei passare dalla teoria alla pratica.  Imbocco una bella strada sterrata, completamente dall'altro lato del paese, rispetto a casa mia.  Dopo un quarto d'ora di camminata arrivo ad un quadrivio, ben segnalato con numerose frecce bianche e rosse.  Nonostante ciò, neanche a dirlo, sbaglio strada. Me ne accorgo quasi subito, perché inizio a scendere rapidamente, mentre

Due passi

Le prime volte non me ne accorgevo, mi veniva spontaneo senza pensarci. Solo dopo alcuni viaggi ho realizzato che quando mi trovo più o meno a metà valle, mi viene l'istinto di spegnere la radio in macchina. Il mio inconscio, prima della ragione, mi mette in riga: lascia da parte la frenesia, la fretta del lavoro in pianura, ora sei in Val d'Arda. Respira l'aria fresca, ascolta i rumori degli appennini ! - - - Per la mia prima passeggiata, non ho molta fantasia: proseguo pigramente lungo la strada principale del paese, verso sud. Mi accorgo che è una passeggiata perfetta per i miei genitori, con il fondo stradale in buono stato, incredibilmente tutta in piano. Uscendo da Casali mi colpisce il silenzio. Nonostante sia una strada veicolare, incontro solo un'auto. Mi trovo circondato da prati orlati da siepi ed alberi. Superato Poggiolo, la strada attraversa dei piccoli ruscelli: uno, poi un altro. Sono davvero piccoli, l'acqua quasi non si vede, cope

Questioni di misure

Non ho ancora capito bene come funziona qui, come scrivere, cosa dire… Pian piano imparerò, ma per ora sto ancora prendendo le misure… Lo stesso a Casali, mentre faccio passare il mare di cose che ho ereditato assieme ai muri, per separare quel che voglio tenere dal resto... E trovo anche qualche vecchia foto, e alcune lettere che conservo in una immancabile scatola non-si-sa-mai. Trovo altre briciole di storia da poche carte che spuntano dai cassetti. Come un estratto di mappa allegato ad una richiesta depositata in comune, per sistemare la famigerata salita. E scopro che il fabbricatino che c'è davanti a casa era in buona compagnia: non solo esistevano altri due edifici sulla sinistra, dove ora si trovano solo brandelli di muratura e tanti rovi più in basso, ma anche uno a sud-ovest, dove finisce il mio pezzetto di terra, ora un unico grande prato con ciò che stava alle sue spalle. Ma pensa un po'. In qualche decennio la casa è passata dall'essere attornia

10 febbraio 2016: un colpo di clacson e via

Ho modo di conoscere la signora Patrizia solo il giorno dell'atto di compravendita. Ci parliamo per alcuni minuti, nell'attesa di essere convocati dal notaio per la firma. Le prime chiacchiere sono di circostanza: entrambi sondiamo un po' il terreno, ma credo che subito ci facciamo reciprocamente una buona impressione. Si capisce bene che per lei è un dispiacere vendere la sua casa, si vede che sono  parte di lei ricordi ed emozioni legati ad essa.  Mi racconta che lo fa per evitare che vada in rovina, non potendola più usare, e perché vorrebbe vederla di nuovo vivere.  E mi racconta qualche briciola di storia: di come è stata costruita da suo papà, nella seconda metà degli anni cinquanta.  Se l'è costruita da solo, con olio di gomito e sudore, trasportando con una slitta tutti i sassi giù dalla montagna, dopo averli scelti con cura, uno per uno. E sottolinea con orgoglio come nel costruirla il padre avesse inserito nei muri "la chiave della ca

Con la testa tra le nuvole

Ho sempre considerato questo progetto come una cosa mia, anche se fin dall'inizio la famiglia è sempre stata coinvolta. Pensavo che pur essendo uno spazio mio, per stare un po' da solo, sarebbe stato bello anche usarla talvolta d'estate per trascorrere qualche giorno tutti insieme. Anche se la casa è piccola ci staremmo tutti. Però mi ha lasciato davvero stupito quanto successo il quattro gennaio dell'anno nuovo.  Mio fratello decide di andare a fare una girata in macchina, da solo.  Dalle parti di Casali. Pensa un po' mi son detto, forse forse che piaccia anche a lui la zona? E poi, mentre è ancora per strada, inizia a whatsapparmi una serie infinita fotografie. Fantastiche. Torna a casa alla sera carico di entusiasmo, nel descrivere il panorama che ha visto. Non lo ricordo così carico di entusiasmo da lungo tempo.  Beh, e ne ha ragione, direi. Le foto sicuramente non bastano per spiegare l'emozione della giornata.  Aveva nevicato s

Ho deciso, ma non mi decido

Prima della fine del 2015 torno altre tre volte a Casali, da solo. Mi dico: devo andare alla ricerca di aspetti negativi, trovare dei buoni motivi per cui non dovrei andare li, o per cui quella casa non fa per me.  Peccato che tutte e tre le occasioni sono giornate fantastiche, con il sole nella sua veste migliore. Una luce bianca bellissima, il cielo azzurro terso, e i colori dell'autunno che ogni volta arricchiscono la valle di nuove sfumature... Se le premesse erano quelle che vi ho detto, beh con delle giornate così non è che questi sopralluoghi abbiano sortito molto effetto. Anzi forse son serviti solo a farmi sembrare tutto ancora più bello. Un giorno in particolare mi fermo per fare una fotografia lungo la strada. Non perché quel punto fosse tanto più bello del resto, anche se il fumo di un piccolo falò dava un tocco di poesia in più alla scena. Voglio però conservare almeno una immagine che mi aiuti a ricordare quale girandola di emozioni mi trasmette

26 settembre 2015, si apre un mondo

Tendo ad essere a lungo grato alle persone che in un modo o nell'altro mi aiutano in questa vita. Una persona a cui non ho ancora riconosciuto sufficiente gratitudine è Paolo, amico di mio fratello, che qualche tempo fa ha acquistato una casa da ristrutturare in valle, a San Genesio.  Sentendo della sua esperienza, il suo entusiasmo, e scoprendo quanto l'aveva pagata (ebbene si, essendo architetto e quindi povero disperato, il portafoglio conta!), inizio a pensare che forse forse, potrei provarci anche io. Di sicuro quella cifra è l'unica che mi potrei permettere. Se non ci fosse stato lui non sarebbe successo nulla, doppiotondo non esisterebbe, e fine della questione.  Combinazione ha voluto che mentre ciò accadeva, era in atto un altro piccolo cambiamento nella mia vita: dopo cinque anni di intenso e pervasivo impegno (sempre in termini di volontariato), mi dimettevo da responsabile del FAI Giovani della provincia di Cremona. Oramai con la calvizie incipi

Tra parentesi: doppiotondo

In questi giorni, mentre mi decidevo a iniziare a scrivere qui, avevo meditato un sottotitolo.  Purtroppo il modello di impaginazione che ho scelto non me lo consente. Ma mi piace troppo, non lo cambio per questo inconveniente.  Avrei scritto così: Casali di Morfasso ovvero come provare a vivere in un luogo tra tanti, sconosciuto ai più, con gli occhi di un osservatore alla ricerca della felicità nelle piccole cose. Che, forse, qui si può anche trovare.  - - -  Potrebbe essere arrivato il momento di una legittima domanda: ma cosa c'entra il nome doppiotondo con Casali?  Risposta: proprio niente!  O almeno questo può giustamente pensare il mondo. Eppure per me un senso ce l'ha. Il motivo dei due cerchi tangenti è un tema che mi è caro.  E per questo lo ho scelto anche per lasciare un segno del mio passaggio sulla nuova casetta, per rendere il suo aspetto un po' più "mio". Lo infilerò dove appena mi sarà possibile.  È una cosa mia, che

IO, tanto per iniziare

Ciao, sono Giovanni.  Vivo a Cremona una vita tranquilla, spesa tra la mia vecchia casa in campagna, abbracciata dagli argini del grande fiume,  e l'ufficio, anch'esso un antico edificio del centro città che trasuda storia da ogni mattone…  A chi mi chiede che lavoro faccio, rispondo sempre: faccio carte! In verità provo a fare l'architetto, ma no, dimenticate subito l'idea di un lavoro creativo ed entusiasmante. Oramai è tutto ridotto a burocrazia e scartoffie. Ma nonostante questo mi piace. Mi accontento di poco, e non mi manca niente.  Hobby preferito? Giardinaggio! Casa mia è attorniata da una massa di vegetazione. Non tutti capiscono, ma quello è il mio amato giardino! Un intrico di fiori ed erbe, tra le più disparate, provenienti da mezzo mondo, piantate tanto fitte che neanche la gramigna riesce più a crescervi in mezzo.  Per un periodo ho anche allevato api con grande passione, ma a malincuore ho dovuto desistere, a causa di un improvviso acuirsi