Passa ai contenuti principali

comunità

Dopo un altro fine settimana qui, rientro alla base ristorato e ricaricato.
Casali è diventata per me oramai la migliore delle cure.


Ho piacere lasciare traccia qui di un discorsetto che mi ha molto colpito, di Carlo Petrini, sentito domenica a pranzo, guardando Linea Verde su rai1.
Qui la puntata integrale, al minuto 30 invece il passaggio che trascrivo sotto.
Una puntata dedicata ad alcuni esempi di rinascita di luoghi difficili della montagna, in quel caso della val Maira in Piemonte.

Penso che l'agricoltura di montagna è una grande risorsa per i nostri territori, perché oggi stiamo toccando con mano che molti giovani vanno a ricostruire, non solo produzioni locali, che sono molto richieste, ma contemporaneamente ricostituiscono le comunità
Io penso ad esempio che, non solo nei borghi alpini ma in molti borghi del nostro paese che si sono desertificati, ricostruire il senso della bottega(bottega nuova, giovanile, gestita da giovani, con tutti gli strumenti tecnologici) in un servizio multifunzionale, può essere una buona risposta per ricostruire la comunità. Ricostruendo la comunità, riusciamo a dare valore anche alle produzioni.

Penso che sia fondamentale che ci sia questo aspetto di realizzazione personale, umana, e torno a dire che questo si realizza con le comunità. Vedete, alcuni mesi fa un grande sociologo americano, mi ha detto: guarda, il futuro sarà delle comunità, perché le comunità hanno la certezza affettiva. Molto bello questo passaggio. Avere la certezza affettiva è la prima condizione della felicità. E quindi io penso proprio che la grande scommessa degli anni a venire sarà questa.
E l'agricoltura ha senso se c'è la comunità.
L'agricoltura ha senso se c'è il rispetto per le persone, e ha senso se c'è anche un po' di giustizia sociale.
Perché in un mondo in cui i beni e la ricchezza si accentrano sempre di più nelle mani di pochi, qualsiasi operazione che distribuisce in modo più equo la ricchezza è il vero principio della felicità.

In val Maira hanno fatto una cosa straordinaria, hanno proprio rigenerato l'economia di montagna, ed è un esempio virtuoso da seguire.

E ripenso ad una chiacchierata una sera della scorsa estate, in compagnia, vicino alla chiesa.
Ci si interroga, pensando a cos'era il paese cinquant'anni fa, con tutto un brulicare di vita, e lavoro e animali.
Ora solo ad agosto si rianima un po', ma è solo un pallido ricordo di allora.
Adesso il bosco avanza, si mangia i prati abbandonati e chiude le strade su cui nessuno più passa.
E ci si chiede: fra cinquant'anni come sarà il paese? Il signor Carlo che forse è il più saggio di tutti, dice che gli alberi cresceranno anche in mezzo alla strada principale, che attraversa il centro. Insomma l'avranno davvero vinta loro? E la vita di Casali sul monte Carameto resterà solo una piccola parentesi di 400 anni, in mezzo al tempo infinito dei boschi?

Mah, io per la verità ho ancora un po' di ottimismo, non bisogna rassegnarsi.

Il futuro è nelle mani dei ragazzi che erano per strada la settimana scorsa per i Fridays for future: hanno solo bisogno di fiducia.


Ci penseranno i posteri a trarre le fila, noi per ora possiamo solo godere di quel che abbiamo.




Commenti

Post popolari in questo blog

tra il Pellizzone ed il monte Lama

Mi piace l'idea di lasciare traccia qui di due passeggiate che, partendo da due punti contrapposti, mi hanno consentito di esplorare tutta una parte del crinale della alta valle, paesaggio che oramai mi è così familiare visto dalla casa di Casali. Sono così finalmente riuscito a raggiungere e conoscere un po’ meglio le cime del Groppo di Gora, del Castellaccio, del Cravola e del monte Lama. Partendo dal passo del Pellizzone, imboccando la strada di destra, accanto al monumento ai caduti, ci si inoltra verso nord lungo un percorso che parte bello largo e comodo, e poi mano a mano stringe fino a diventare un sentiero in mezzo al bosco. Ma sempre perfettamente in cima al crinale che separa la Valdarda dalla Valceno. Per cui, anche in mezzo al bosco, si ha sempre un pendio che scende a destra, e l’altro che scende a sinistra. Il percorso completo è molto lungo, (tipo 15 chilometri), ma ci si può accontentare di molto meno. Io ad esempio mi son fermato sulla cima del Groppo d

un po' di ordine

Concluso un inverno mite e senza neve, che ci ha salutato però con un mese di pioggia come da tempo non accadeva, ho approfittato degli ultimi giorni di sole per mettere un po’ d’ordine nel frutteto, prima di Pasqua.  Mi son serviti quattro anni per capire che avere cumuli di materiali sparsi per il terreno, tutto sommato non era una idea poi così brillante, nonostante nella mia testa una logica sembrava esserci. E così tanto vale raccogliere tutto nel fienile coperto, che già di suo è al momento il ricettacolo di ogni disordine.  Fatto. Funziona così: da fuori quel che c’è dentro si nota poco, ma dentro non si nota la differenza con il disordine aggiuntivo. In compenso l’esterno ha guadagnato l’impressione di essere molto più in ordine. Credo ci sia una spiegazione scientifica per questo, chiedendo aiuto alla matematica: sommando due infiniti disordini, si ha come risultato un solo infinito disordine! Invece a che punto sono del programma definitivo dei lavori? Un filo in ritardo. Ma,

Il monte Carameto

In un attimo di tranquillità mi son ritagliato qualche momento per raccogliere le idee e scrivere di un'altra bella passeggiata fatta nelle scorse settimane. La guida dei sentieri la chiama "L'anello di Casali" e consente di salire dal paese fino alla vetta del monte Carameto ( 1318 metri ) e ritorno. La partenza anche stavolta è direttamente dalla porta di casa. O meglio, per i precisi, dalla bacheca accanto alla canonica di Casali. Si inizia verso sud, percorrendo la strada asfaltata che con andamento pianeggiante attraversa un vasto versante tutto coltivato a campi di fumento e prati ben tenuti e ordinati. Attraversata la provinciale che va da Morfasso al Pellizzone ecco che si inizia la vera escursione, lungo uno sterrato che arrampica verso il passo, più diretto della strada. Era questa l’antica via che conduceva al passo, e lo si capisce da alcuni indizi sparsi qua e la: qualche muretto a secco, un accenno di sistemazione del fondo. Un tempo dovev

Il Passo del Pellizzone

Dopo due anni a Casali, per la terza volta domenica sono arrivato al passo del Pellizzone (1029 metri slm, come recita il cartello). Quasi uno scandalo non andarci più spesso, è proprio a due passi dal paese. La prima volta ci son andato per necessità: una domenica ho avuto un problema con l'auto che mi aveva messo una grande ansia. Per fortuna di poco conto e subito risolto dalle abili mani di Pinuccio, Meccanico al Pellizzone, che così ho avuto modo di conoscere meglio all'opera nella sua officina, nonostante il giorno festivo. La seconda volta invece ci son passato a piedi, mentre salivo in cima al Carameto, partendo da casa. Passeggiata di cui ho raccontato qui . Le scorse volte mi erano rimaste impresse alcune cose: il paesaggio inaspettato, giustamente tipico di un passo in cima al crinale, al capo della valle; due begli edifici antichi, forse in origine poste per i cavalli: uno dei quali oggi ancora ospita un bar dove il tempo sembra essersi ferm

Sotto la neve

Per caso da qualche settimana ho iniziato a seguire un gruppo su Facebook che parla di alberi monumentali in Italia. E vedere tutte quelle immagini di esemplari meravigliosi mi ha un po' solleticato la mente. In questi mesi anche lei è in fase di riposo invernale, sotto ad una copertina di neve, come le montagne della Valdarda. A llora in attesa della primavera sono andato in libreria a fare spese. Mi sono aggiudicato una tripletta, che mi riprometto di iniziare a leggere quanto prima: + Ogni albero è un poeta, di Tiziano Fratus + La timidezza delle chiome, di Pietro Maroè + Verde brillante, di Stefano Mancuso Son certo che ne nasceranno begli spunti da scrivere qui. Perché tra le cose che ho scoperto in questi giorni, c'è anche il fatto che il comune di Morfasso ha la maggiore densità di alberi monumentali censiti nella provincia di Piacenza (9 su 52). Mi vien quindi da pensare che non c'è posto migliore per esercitarmi sull'argomento

Rocca di Casali, atto primo

Già una scorsa volta, quando avevo fatto un primo giretto   per il paese, avevo visto l'indicazione: per la rocca, qui a destra.  Stavolta son deciso, voglio arrivarci. Della rocca avevo già letto due begli articoli del blog valtolla.com (ovvero Cronache della Valdarda , scritto tutto attaccato) che mi avevano molto incuriosito. In generale tutti gli articoli del blog son davvero interessanti e ben scritti. Mi piacerebbe proprio poter conoscere questo signor Sergio, prima o poi. Il suo sito è diventato oramai un riferimento per cercare informazioni storiche approfondite sulla zona.  Ora però vorrei passare dalla teoria alla pratica.  Imbocco una bella strada sterrata, completamente dall'altro lato del paese, rispetto a casa mia.  Dopo un quarto d'ora di camminata arrivo ad un quadrivio, ben segnalato con numerose frecce bianche e rosse.  Nonostante ciò, neanche a dirlo, sbaglio strada. Me ne accorgo quasi subito, perché inizio a scendere rapidamente, mentre

Il bar Casali

Devo confessare una cosa: non riesco ancora ad abituarmi a Casali. Anche se da qualche settimana ho iniziato a dormire qui a casa, niente è ancora entrato nella routine. Non riesco ancora ad essere indifferente al carillon del campanile come sveglia al mattino: è così piacevole :-) Come non riesco ad abituarmi al panorama verso la valle, diverso in ogni momento. Insomma, sono felice perché c'è ancora tanto entusiasmo per le piccole cose quotidiane, e spero che possa durare ancora a lungo. E poi si sta così bene qui a Casali, con questo bel venticello fresco! Tolta qualche chiacchiera, i momenti più spensierati però li trascorro al bar della Monica, a Pianazzo di Casali, lungo la provinciale che da Bore arriva al Passo del Pellizzone per poi ridiscendere fino a Bardi. È proprio un punto di riferimento per la zona, anche se io lo frequento solo per mangiare qualcosa a pranzo. Se appena posso salgo volentieri a piedi dal paese. Quindici minuti di salit

neve di fine aprile

 A proposito della emergenza climatica, di cui non si parla mai abbastanza, quest’anno continua a piovere. Siamo a metà maggio, credo che sia caduta più pioggia quest’anno sino ad ora, che nei due anni precedenti sommati. A marzo ero tutto soddisfatto per aver messo un po’ di ala gocciolante in giardino, da usare come irrigazione di soccorso solo nei mesi in cui l’uso irriguo non è vietato. Beh non l’ho ancora provata. Meglio così. In effetti in questa primavera è tutto verde e lussureggiante, come non mai negli anni recenti! Per lamentarci di qualcosa, direi possiamo farlo per la mancanza di mezze misure, dopo due anni di siccità. Quando non c’è invochiamo acqua, ma quando piove troppo e non si riesce nemmeno a seminare i campi o fare fieno diventa pure questo un bel problema. Le previsioni ci dicono che l’instabilità proseguirà ancora a lungo, con temperature freschine per il periodo. Ho ancora la stufa accesa in casa, tanto per capirci. Sempre a proposito di emergenza climatica, ecc

un paese da oscar

Scrivevo qualche tempo fa in queste pagine di incredibili storie di vita e di emigrazione, che meriterebbero di essere raccontate. Incredibili davvero, se non le si sapesse vere. Beh, eccone un'altra, di quelle cose che accadono solo quassù! Immagine tratta dal sito libertà.it Il signore nella foto si chiama John Casali, figlio di Livio Casali, emigrato da Casali verso Londra in cerca di lavoro nel secolo scorso. E si, quella che regge in mano è una originale statuetta dello zio Oscar. Perché il signor John Casali la notte del 24 febbraio ha vinto il Premio Oscar 2019 come tecnico del suono per il film Bohemian Rhapsody. Confesso che da "osservatore esterno" (quale sono oramai da qualche anno a questa parte), mi ha stupito la reazione, almeno sui social, degli abitanti di Casali: perché si ha l'impressione che la vittoria del premio sia una questione collettiva, che riguarda tutti gli abitanti del paese e della valle. Immagine di Davide Casa

Inventario delle varietà presenti in giardino

Al 1 maggio 2024 sono in totale 274  diverse varietà. D i cui: hemerocallis  17  iris 23 , narcisi 25 , tulipani 6, altre bulbose 16, alberi da frutto  16,   nuovi arbusti 2, achillee 4, anemoni 3, aquilegie 6, officinali 8, settembrini 4, campanule 3 crisantemi 4, echinacee 2, epimedium 3 , euchere 5, graminacee 8, ellebori 4, hosta 5, malvoni 4, ortensie 5, paeonie 3, persicarie 2, rose 16, salvie 17 , sedum 25 , altre erbacee perenni o annuali 42. Il dettaglio delle rose, si trova qui . - - - Hemerocallis 1. E. SchnicKel Fritz, da giardino Boscone da H.centroitalia , giardino davanti alla porta, 2018 2. E. Mildred mitchell (oppure over the top), da giardino Boscone da H.centroitalia, giardino, 2018, verificare bruttina 3. E. Stella de oro, da Boscone, da zia Medea, muretto strada e aiuola frutteto, 2019, 2021, 2022 4. E. Joan senior, importata da Boston, regalo della Elena Villa, giardino, 2019 5. Altra arancio scarpata insiene a stella de oro, forse blumen, cercare, muretto strada,