Passa ai contenuti principali

Silenzio



Ho trovato davvero molto buffo affrontare la prima nebbia della stagione qui a Casali, anziché a Cremona.
I casalesi la chiamano nebbia, ma io preferisco pensare di stare in mezzo alle nuvole, qui. 
Nebbia o nuvola che sia, comunque il fatto è che ieri non si vedeva ad un palmo dal naso.



Questa volta mi son regalato un giro passando da Vernasca e Bore. È la mia strada preferita, da tempo medito di scrivere un post solo per lei. Solitamente è molto panoramica. Non ieri, ma dalla valle non avevo notato avvisaglie del grigiume in quota.



Tra l'altro era anche la giornata della rinomata Festa delle castagne, a Bore. Una di quelle feste che io non riesco tanto a capire fino in fondo. Però vedendo quanta affluenza ci fosse in una giornata così, e ammirando le persone serene che affollava la strada, ho pensato che forse è proprio qui che si assapora il significato vero del fare festa. Forse non c'è bisogno di tanti orpelli e corollari: basta una strada chiusa al traffico, e una scusa per far radunare le persone, fare comunità, regalando a tutti un momento di convivialità e di rapporti umani. E tante castagne del posto. Cotte su un marchingegno spettacolare. 
In questa atmosfera un po' surreale resto quasi rintronato dal chiacchiericcio delle persone, e dagli amplificatori che sparano in piazza a tutto volume (che neanche ad un concerto heavy metal...) il suono delle fisarmoniche di un complesso che suona dal vivo canzoni d'annata. Però una bella atmosfera, è una festa assolutamente consigliata.



Poi arriva il solito aneddoto buffo della giornata: passato Bore, prima di scendere in paese, mi fermo un attimo a scaldarmi un pochino al bar. Entro e chiedo alla Monica se mi può fare una bella cioccolata calda. E lei mi risponde che no, non la tiene la cioccolata, perché nessuno gliela chiede mai. Mi dice: oltre a te, credo che me l'abbiano chiesta solo un'altra volta, da quando ho aperto.
Non ho avuto animo di ribattere, ma temo che quell'altra volta fossi sempre io, durante uno dei mei sopralluoghi dell'anno scorso. Che ridere.... si vede che sono proprio un forestiero, dannazione!
E anche qui assisto da una piccola scena: quattro signori che giocano a briscola. Si vede che lo fanno in modo professionale, a dir poco. Ed intorno, un capannello di ragazzi giovani, ciascuno che scruta con attenzione lo sviluppo della partita. Altra cosa che ancora mi sfugge. Maledico un pochino la città, e questo suo renderci tutti cinici e distaccati.

A Casali però mi aspetta una bellissima sorpresa. Omar mi aveva avvisato che si era fermato un attimo per fare altre cose. Invece ha proseguito nell'opera, e così inaspettatamente, arrivato in cima alla salita, mi ritrovo la casa senza più ponteggi, con la facciata finita! Che meraviglia.

Mi fermo così, in piedi, li davanti, accanto alla macchina parcheggiata sul prato del vicino, a guardarmela. E la guardo, e la riguardo, fermo impalato. Cerco di non perdermi neanche un particolare.
Penso che proprio non poteva venire meglio di così. E penso che Omar & c. sono stati davvero bravi, li meritano i complimenti che stanno ricevendo da più parti. Ha ragione mio fratello Antonio, quando dice che gli ho dato in mano la chiave di una catapecchia, e mi restituirà quelle di una bella casa. Speriamo di non rovinare tutto con le finiture e con gli interni. Resta una casa modesta e molto semplice, ma mi sembra che abbia acquistato una aura di eleganza, che deve conservare.

E mentre sono ancora li a rimirarmela, all'improvviso, in un attimo, il vento si calma. E mi ritrovo immerso in un silenzio assordante. Mi colpisce subito, non si sente assolutamente niente. Niente foglie che si muovono, nessun rumore, tutto ovattato dalla nebbia. Assolutamente niente. Niente.
Poi riecco, un fil di vento che fischia nelle orecchie, un cane che abbaia in lontananza, un signore che martella in una rimessa, sistemando gli attrezzi alla fine della stagione. Torno a rendermi conto di essere in un paese. Ma la sensazione che ho provato per qualche minuto è stata davvero forte. Totalmente estraniato, fuori dal mondo. Mai successo giù in pianura, così.
Ne approfitto per fare ancora due passi lungo la strada che esce dal paese, verso sud, sbirciando tra i vicolini del centro, e poi fuori con un filo di malinconia al pensiero che prima o poi finirà questo effetto novità, arriverà il momento in cui non mi meraviglierò più per le siepi di rosa canina con le bacche rosse che più rosse che non si può. Non mi meraviglierò più per le siepi di symphoricarpos con le bacche bianche, che più bianche non si può.
Per fortuna quel momento non è ancora arrivato :-)



E come già altre volte, in mezzo a questo turbinio di pensieri, cercando di fissare nella memoria le emozioni di questa giornata di relax (oramai così rara e preziosa), passo infine tutto il viaggio di ritorno con un sorrisino ebete stampato sulla faccia, a sognare ad occhi aperti. Felice.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Passo del Pellizzone

Dopo due anni a Casali, per la terza volta domenica sono arrivato al passo del Pellizzone (1029 metri slm, come recita il cartello). Quasi uno scandalo non andarci più spesso, è proprio a due passi dal paese. La prima volta ci son andato per necessità: una domenica ho avuto un problema con l'auto che mi aveva messo una grande ansia. Per fortuna di poco conto e subito risolto dalle abili mani di Pinuccio, Meccanico al Pellizzone, che così ho avuto modo di conoscere meglio all'opera nella sua officina, nonostante il giorno festivo. La seconda volta invece ci son passato a piedi, mentre salivo in cima al Carameto, partendo da casa. Passeggiata di cui ho raccontato qui . Le scorse volte mi erano rimaste impresse alcune cose: il paesaggio inaspettato, giustamente tipico di un passo in cima al crinale, al capo della valle; due begli edifici antichi, forse in origine poste per i cavalli: uno dei quali oggi ancora ospita un bar dove il tempo sembra essersi ferm...

Il bar Casali

Devo confessare una cosa: non riesco ancora ad abituarmi a Casali. Anche se da qualche settimana ho iniziato a dormire qui a casa, niente è ancora entrato nella routine. Non riesco ancora ad essere indifferente al carillon del campanile come sveglia al mattino: è così piacevole :-) Come non riesco ad abituarmi al panorama verso la valle, diverso in ogni momento. Insomma, sono felice perché c'è ancora tanto entusiasmo per le piccole cose quotidiane, e spero che possa durare ancora a lungo. E poi si sta così bene qui a Casali, con questo bel venticello fresco! Tolta qualche chiacchiera, i momenti più spensierati però li trascorro al bar della Monica, a Pianazzo di Casali, lungo la provinciale che da Bore arriva al Passo del Pellizzone per poi ridiscendere fino a Bardi. È proprio un punto di riferimento per la zona, anche se io lo frequento solo per mangiare qualcosa a pranzo. Se appena posso salgo volentieri a piedi dal paese. Quindici minuti di salit...

tra il Pellizzone ed il monte Lama

Mi piace l'idea di lasciare traccia qui di due passeggiate che, partendo da due punti contrapposti, mi hanno consentito di esplorare tutta una parte del crinale della alta valle, paesaggio che oramai mi è così familiare visto dalla casa di Casali. Sono così finalmente riuscito a raggiungere e conoscere un po’ meglio le cime del Groppo di Gora, del Castellaccio, del Cravola e del monte Lama. Partendo dal passo del Pellizzone, imboccando la strada di destra, accanto al monumento ai caduti, ci si inoltra verso nord lungo un percorso che parte bello largo e comodo, e poi mano a mano stringe fino a diventare un sentiero in mezzo al bosco. Ma sempre perfettamente in cima al crinale che separa la Valdarda dalla Valceno. Per cui, anche in mezzo al bosco, si ha sempre un pendio che scende a destra, e l’altro che scende a sinistra. Il percorso completo è molto lungo, (tipo 15 chilometri), ma ci si può accontentare di molto meno. Io ad esempio mi son fermato sulla cima del Groppo d...

c'è nessunoooo?

Siamo arrivati anche quest'anno a fine novembre! Il proposito è di fermarmi ai Casali fino alla neve. Vediamo quanto la crisi climatica mi viene incontro in questo.  Qualche fiocco lo abbiamo già visto il 20, in verità, ma non si è fermata a terra, quindi non conta. La maggior parte delle giornate sono serene, e un po' freschine, come è anche giusto che sia. In paese oramai le case sono quasi tutte chiuse. Siamo rimasti davvero in pochi: possiamo contarci sulle dita delle mani.   Le belle giornate portano alcuni a salire nei fine-settimana, per fortuna! Ma gli altri giorni davvero si possono trascorrere senza vedere anima viva. Ti viene proprio da urlare: c'è nessunooo? Continuo ad essere molto grato alle persone che mi danno la possibilità di lavorare da quassù,  con il pc davanti alla finestra che inquadra una fetta di cielo azzurro, e il profilo del crinale della valle brullo, per i boschi spogli. Con il monte Menegosa al centro e il camino della casa di Carlo che...

una luce in più nella notte

Della mia piccola casetta ho scoperto una cosa curiosa, la scorsa estate. È talmente piccola che quando accendo la luce della scala, da fuori sembra brillare, con le finestre tutte piene di luce! Da qualche tempo ho preso una nuova abitudine, in barba al caro bollette: quelle poche volte che dormo qui, in inverno, alla sera lascio di proposito la luce accesa per un po', anche se non mi serve. Perché ho capito che è una cosa di cui c'è bisogno, anche se è solo un piccolo segno. Certo vuol dire "guardate, stasera sono qui anche io, eccomi!" Ma anche per dire che nonostante sia quasi sempre chiusa, è una casa viva, non è abbandonata a se stessa.  In mezzo a tante case vuote che ho intorno, mi sembra una bella cosa e un segno positivo. E così chi qui ci vive tutto l'anno, non manca di farmelo notare. È bello vedere una casa in più illuminata la sera, dicono. Non l'avevo capito subito, ci ho messo un bel po'. Perché bisogna immedesimarsi per capire cosa signifi...

Il monte Carameto

In un attimo di tranquillità mi son ritagliato qualche momento per raccogliere le idee e scrivere di un'altra bella passeggiata fatta nelle scorse settimane. La guida dei sentieri la chiama "L'anello di Casali" e consente di salire dal paese fino alla vetta del monte Carameto ( 1318 metri ) e ritorno. La partenza anche stavolta è direttamente dalla porta di casa. O meglio, per i precisi, dalla bacheca accanto alla canonica di Casali. Si inizia verso sud, percorrendo la strada asfaltata che con andamento pianeggiante attraversa un vasto versante tutto coltivato a campi di fumento e prati ben tenuti e ordinati. Attraversata la provinciale che va da Morfasso al Pellizzone ecco che si inizia la vera escursione, lungo uno sterrato che arrampica verso il passo, più diretto della strada. Era questa l’antica via che conduceva al passo, e lo si capisce da alcuni indizi sparsi qua e la: qualche muretto a secco, un accenno di sistemazione del fondo. Un tempo dovev...

di tutto un po'

Dunque, per il post numero novanta, riprendo un po’ le fila di questi ultimi due mesi, elencando un po’ di cose che son successe. Prima le cose importanti: grazie all'aiuto di un amico, finalmente l’inventario del giardino è un po’ più navigabile, grazie ad un indice, con rimandi incrociati.  A fine gennaio abbiamo avuto una scossetta di terremoto, non avvertita: grado 3, ad una profondità 36 km, praticamente con epicentro proprio sotto ai Casali. Il febbraio di quest’anno ha 56 giorni. È l’unica spiegazione. Sembra non finire mai, con tempo sempre grigio, nuvoloso o nebbioso. Giornate che si ripetono tutte uguali, senza vedere nulla fuori dalla finestra. Vado a passeggiare fino al bivio del mulino, per fare muovere le gambe. Ma non si vede niente, se non la quercia della 'Tachina', che è sempre un punto di riferimento. Ma anche qui, non si vede nulla. Ogni tanto si sente qualche rumore nel bosco: chissà chi mi fa compagnia.  Il 8 febbraio sono caduti altri 20 cm di neve, ...

Inizia una nuova avventura

Tolte le notizie di questo periodaccio, il senso di questo blog è di raccogliere le cose belle che mi succedono in quel di Casali di Morfasso. Ecco, ne è successa un'altra di quelle cose belle che solo qui possono accadere. Qui sulla costa, come si chiama la parte del paese dietro alla chiesa dove sta la mia casetta, di fianco a casa c'è un grande terreno che scende dalla strada in alto fino alle case, sagomato in due terrazzamenti in piano collegati tra loro da tre scarpate; a valle questo terreno finisce su due vecchi fienili, o meglio cascine come si chiamano qui. Anzi sulla cima delle cascine, perché il declivio è talmente forte che sembrano quasi incastonate nella montagna. Certo il terreno è incolto e coperto da sterpaglie e rovi, e i due fabbricati in sasso col tetto in coppi sono in stato di abbandono e in cattive condizioni.  Ma il luogo è bellissimo. Anzi mi sembra il più bello di tutti, perché da qui si gode forse il panorama più pittoresco sul paese e sulla valle: l...

otto settembre

Oggi è l’otto settembre. Domenica. Piove a catinelle. Una sagra degna di questo anno 2024 così piovoso. L’otto settembre si ricorda la dedicazione della chiesa dei Casali a Maria nascente, o Maria bambina, o alla natività di Maria, che dir si voglia. È una ricorrenza davvero molto sentita dai casalesi. Prima la cerimonia solenne in chiesa, con organo e coro, poi la parte mondana, con un pranzo sul prato della festa, organizzato dagli infaticabili ragazzi della Proloco. C’è una differenza con le feste di agosto: questa occasione è riservata agli abitanti del paese e ai familiari stretti. Che si trovano sotto il tendone bianco, in barba al meteo avverso, per un semplice e sano desiderio di trascorrere qualche ora in compagnia di tutti. Perché tutti ci tengono ad essere presenti. Niente baldoria: solo serenità, tante chiacchiere e buon cibo. Una occasione davvero preziosa, a cui ho partecipato quest’anno per la seconda volta, sentendo di avere fatto un piccolo passo in più nel diventare p...

sulla felicità

Che strano questo inverno. Una stagione a metà.  Con l’inversione termica e l’anticiclone a farla da padrone: per intere settimane a Casali si è goduto di un clima quasi primaverile, con giornate calde e cieli sereni. Davvero una meraviglia!  Invece di freddo, pioggia e neve, solo cieli talmente limpidi e azzurri da perdercisi dentro. Ci costerà cara questa stagione: lo ripenseremo questa estate, quando non sarà rimasta neanche una goccia di acqua. Ne ho approfittato anche io, per passare qualche fine settimana qui, seppur un po’ baraccato, con la casa inutilmente chiusa per l’inverno, per fare qualche lavoretto in giardino e proseguire il riordino generale, della zona bassa dei fienili.  Ho fatto il conto dei giorni trascorsi qui lo scorso anno: 87, di cui 25 quasi consecutivi tra luglio e agosto. Ecco, si, così va bene. Purtroppo negli ultimi mesi c’è stato un tracollo drastico. Segno delle cose che iniziavano a non funzionare del tutto. --- Non mi nascondo: sto attrave...