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stiamo dimenticando tutto?

Mi piacerebbe tanto pensare che questo sia l'ultimo post offtopic del blog. 
Speriamo sia davvero così.
Ma ancora una volta sento il bisogno di raccogliere in un luogo alcuni pensieri che ogni tanto frullano nella testa. Proprio perché l'impressione del momento è che ci stiamo dimenticando tutto.

Forse fa parte della natura delle cose cancellare i brutti ricordi, ma quel che è successo qui è troppo grande per poter essere scordato.
Speriamo che non arrivi la seconda ondata dell'epidemia di cui tanti parlano e che già si vede altrove nel mondo: negli Stati Uniti dopo un allentamento prematuro delle restrizioni stanno di nuovo chiudendo tutto, mentre in Brasile che non ha adottato misure di contenimento l'epidemia è ora completamente fuori controllo.

Tra queste righe ho scritto peste e corna sui governanti . Una cosa però bisogna riconoscerla. Al di la di tutti i limiti delle persone, e avendo ora alle spalle il disastro iniziale, le misure prese hanno funzionato. 
La clausura così stretta e prolungata, contestata da tanti, si è rivelata davvero risolutiva per riportare la situazione sotto controllo. 

Quello e il generalizzato rispetto da parte dei cittadini delle misure di distanziamento sociale e le attenzioni igieniche. Ad oggi il numero di contagi sta scendendo, e si confida che entro alcune settimane si potranno sfiorare davvero i zero contagi, al netto di eventuali piccoli focolai che continueranno a comparire. Ma nel contesto di controllo generalizzato in cui ci troviamo, certamente  non si ripeterà quel che è successo a marzo.
Però ad esempio in Lombardia dovremo portare sempre la mascherina, in tutti i luoghi pubblici e per strada, almeno fino alla metà di luglio. Entrare in qualsiasi locale comporta disinfettarsi prima le mani, e nei supermercati ti viene misurata la temperatura all'ingresso. 

Grazie al cielo i confini tra regioni sono stati aperti e si può tornare a circolare liberamente. 
E son riuscito finalmente a tornare a casa mia! Ci è voluto un po' di lavoro per riordinare tutto, ma in verità ha superato bene il periodo di abbandono. Questo solo grazie ad alcune persone buone che mi hanno aiutato tanto, a partire da chi si è adoperato per aprire la casa di tanto in tanto per tenerla asciutta, a chi mi ha tagliato un pezzo di prato per poter almeno parcheggiare l'auto al mio ritorno.... Quante belle persone ci sono qui!
E quanta pace continua a regalarmi questo posto!

- - -

Ho fatto tanti pensieri in questo periodo, ma non sono stato certo l'unico. E allora ho raccolto qui alcuni articoli che mi hanno colpito, e che sono scritti decisamente meglio di come avrei potuto fare io.

Qui un elogio della mediocrità, scritto ancora in tempo di clausura: credo abbia aiutato qualcuno a fare pace con se stesso.

Non riesco invece a ritrovare un commento di un autorevole pensatore alla notizia che alla fine della pandemia saremo tutti più poveri: è davvero una cosa negativa, si chiedeva? Essere poveri alla fine significa riconoscere il giusto valore alle cose, capire quel che serve davvero e distinguerlo dal consumismo inutile. Immaginando di ricostruire la società partendo dall'ecologia e dalla economia circolare forse sarebbe utile a tutti essere un pochino più poveri di prima.

Qui sulla "sindrome della capanna" ovvero di come qualcuno si chieda se siamo proprio sicuri di voler tornare alla vita frenetica di prima, o se invece non sia questa l'occasione per provare a reinventarci. Abbiano tutti capito dopo mesi di smart working che alla fine con un pc e una connessione internet possiamo svolgere il nostro lavoro ovunque, anche in uno sperduto paesino di montagna, lontano dalla frenesia della vita di città. Perché tornare indietro ora?

- - -

Ho pensato poi anche di raccogliere qui alcuni filmati che raccontano quel che è successo. 
Sperando che i collegamenti funzionino a lungo. In tutto durano alcune ore...

Il primo che metto è un servizio andato in onda a Piazzapulita su la7. Secondo me è importante perché è stato il primo e ha segnato uno spartiacque. Vedere cosa stava succedendo dentro l'ospedale di Cremona in modo così diretto è stata una sorta di presa di coscienza collettiva della portata della pandemia. 
Dopo ne abbiamo viste davvero tante di queste immagini dalle terapie intensive, quasi ci siamo abituati a vederne. Ma questa è stata la prima volta.
Di questo servizio, andato in onda l'8 marzo, proprio nei primissimi giorni dell'emergenza, mi colpisce anche quanto siano state profetiche le parole del prof. Galli dell'Ospedale Sacco.



Non riesco invece a ritrovare il link del documentario americano "Inside Italy's Covid War". Si trovano solo alcuni spezzoni... chissà se tornerà pubblico più avanti. Sì tratta di un racconto forte di quel che è accaduto dentro le mura dell'ospedale, di quel disastro nascosto dietro alle sue file di finestrelle ordinate.

Il filmato che racconta meglio tutto però penso che sia quello realizzato da TEDX Cremona. In luogo della manifestazione saltata a causa della pandemia, hanno realizzato il film "Alla giusta distanza. Cronaca di una pandemia". Ventuno racconti di persone che in un modo o nell'altro sono balzati all'onore delle cronache dei giorni terribili.




E non può mancare ProCremona, che con  intuizioni geniali ha organizzato tre audizioni con la violinista Lena Jokoama, da alcuni anni cremonese d'adozione: la prima dalla cima del torrazzo, poi sul tetto dell'ospedale e una sul fiume. Ma quello sul tetto dell'ospedale ha fatto commuovere tutti. Ha fatto il giro del  mondo (tipo 500.000 visualizzazioni su youtube) e una volta di più ha dimostrato la forza della musica, che in quel momento è stata capace di trasmettere un messaggio universale. A distanza di mesi confesso che guardare questo filmato mi fa ancora commuovere.



Poi il documentario "senza respiro", andato in onda su raidue. È tosto eh. Tra le altre storie parla di Mattia, un diciottenne finito in terapia intensiva a causa del covid: davvero la sua storia ha coinvolto tutti.. abbiamo fatto il tifo per lui, pregato per lui, e abbiamo gioito nel saperlo poi fuori pericolo, alla fine.


Qui un documentario realizzato da Cremona1 che si intitola: "Covid 19 la trincea Cremonese". Trasmesso a maggio, fa un riassunto di quel che è successo nella fase dell'emergenza.



Poi lascio alla fine un documentario realizzato  sempre dalla nostra emittente tv con alcune interviste al personale americano dell'ospedale da campo che ha operato durante l'emergenza. 
Lo voglio lasciare qui perché mi ha colpito quanto diverso è il modo di pensare di queste persone, che mettono sempre al centro la loro fede in un modo che a noi sembra difficile perfino da immaginare. Si intitola "il volto del samaritano".



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