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passa, il tempo passa

È iniziato dicembre: ma esattamente, come è capitata una cosa del genere?

Senza accorgermi, è passato un altro mese. Neanche il tempo di voltarsi e sarà già la fine dell’anno. Oddio, quindi già tempo di bilanci?

Di solito sono sempre un po’ giù in questo periodo: copio di anno in anno una nota in agenda, ai primi di dicembre: “ricordati che in questo periodo sei sempre un po’ depresso, ma poi passa!”

Quest’anno non sembra così. E ciò mi impensierisce. Forse è perché vivo oramai da tempo in uno standard di semi-depressione costante, da non accorgermi neanche della differenza? 

Oppure c’è qualcos’altro nell’aria?

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Da alcune settimane non faccio che pensare al fatto che questi ultimi due anni è come se non fossero mai esistiti. Come non averli vissuti per davvero. Penso che la macchina ha 8 anni, invece ne ha 10, che il PC ha 2 anni, invece ne ha 4…che io ho 40 anni invece ne ho 42 …. Sembra stupido a dirlo. Ma quando questa cosa ricorre continuamente, inizia ad insinuarsi il pensiero che non più essere solo una coincidenza. Perché in fondo sono qui da quasi SETTE anni, non cinque.

E mi rendo conto guardando i file sul PC che i progetti e le idee che ho in mente di realizzare nel nuovo giardino-frutteto, su cui penso e rimugino continuamente,  sono esattamente le stesse di due anni fa, già annotate e disegnate allora. Nessun passo avanti.

Realizzare questa cosa è stato abbastanza sconvolgente. Ma anche motivo per darmi uno scossone. Ci voleva.

I fine settimana di novembre sono trascorsi a Casali a tagliare a pezzi le cantinelle del tetto demolito, per bruciarle nella stufa, osservando le ultime case ancora abitate mano a mano chiudersi per l’inverno.

Continuo a guardarmi intorno, nel frutteto, pensando che non procede niente: passano i mesi e sembra sempre tutto uguale.

Però! Col senno di poi mi accorgo che questo lo penso seduto su una vecchia trave nodosa sotto il noce, guardando il panorama. Ma l’anno scorso la panca lì non c’era. E il panorama neanche. Quindi forse c’è un baco di fondo in tutto questo ragionare.

In effetti quello che sarà il mio orto (tra chissà quanti anni) è passato dall’essere un rudere pericolante, ad essere un mucchio di sassi da ordinare.  Insomma, un barlume di lucidità mi aiuta a non percepire tutto a tinte fosche. 

E per la cronaca, quando spiego a qualcuno che quello sarà il mio orto, mi guardano ancora tutti con uno sguardo perso e stranito, chissà perché… Una delle poche cose che riesce a divertirmi ancora molto.


E così nelle ultime settimane, nonostante il meteo finalmente piovoso rallenti tutto, inizio a vedere almeno segnata a terra la posizione dei nuovi muretti che vorrei per l’ingresso dell’orto, con le scalette picchettate, e i bastoni che indicano la posizione dei nuovi alberelli da piantare…. E i disegni sul PC che riprendono vita….  Che stia succedendo qualcosa di nuovo?

Presto per dirlo.

Però accade un altro fatto: dopo 8 anni, ehm, 10, la Jole (per chi non sapesse, la mia fidata automobile) avrà finalmente un’erede! Una altra piccola novità del mio mondo piccolo piccolo. Ma pur sempre un passetto avanti, che mi porta a pensare, in via generale, che potrebbe esistere un futuro un pochino più VIVO.




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