Dopo due anni a Casali, per la terza volta domenica sono arrivato al passo del Pellizzone (1029 metri slm, come recita il cartello). Quasi uno scandalo non andarci più spesso, è proprio a due passi dal paese.
La prima volta ci son andato per necessità: una domenica ho avuto un problema con l'auto che mi aveva messo una grande ansia. Per fortuna di poco conto e subito risolto dalle abili mani di Pinuccio, Meccanico al Pellizzone, che così ho avuto modo di conoscere meglio all'opera nella sua officina, nonostante il giorno festivo.
La seconda volta invece ci son passato a piedi, mentre salivo in cima al Carameto, partendo da casa. Passeggiata di cui ho raccontato qui.
Le scorse volte mi erano rimaste impresse alcune cose:
- il paesaggio inaspettato, giustamente tipico di un passo in cima al crinale, al capo della valle;
- due begli edifici antichi, forse in origine poste per i cavalli: uno dei quali oggi ancora ospita un bar dove il tempo sembra essersi fermato;
- alcuni cani;
- le tante cose ordinatamente disposte nel caos.
Mi mancava una cosa però: proprio in corrispondenza del passo, all'imbocco del sentiero ovest, non mi ero mai soffermato su una roccia protetta da una catenella e affiancata da un pennone: alcuni mazzi di fiori e ceri sottolineano come non si tratti di un sasso qualsiasi.
Infatti quello è il monumento che ricorda un triste avvenimento legato alla resistenza accaduto nei pressi il 5 dicembre 1944.
Si tratta dello "Scoppio del Pellizzone", di cui incredibilmente non trovo nessuna notizia in rete.
In estrema sintesi, i partigiani avevano raccolto in un deposito nei pressi del passo una grande quantità di armi e munizioni, ma per un incidente questo fu distrutto da una esplosione fortissima.
Morirono in modo orribile molte persone, tra cui alcuni abitanti del paese, oltre ad altri partigiani rifrugatisi sui monti e organizzati nella resistenza piacentina, ricordata anche da un museo in valle. Anche un bambino perse la vita.
Ecco, la terza volta al passo è stata proprio in occasione della cerimonia commemorativa del'evento, che si tiene ogni anno all'inizio di dicembre.
Si tratta di una commemorazione. Vera. Sono presenti le autorità del luogo, il sindaco, i carabinieri, il parroco quando può, e i pochi cittadini che vivono in paese in quella stagione.
Ho molto apprezzato l'evento perché ho respirato una volta di più una atmosfera autentica.
Davvero le persone erano li per ricordare le vittime, davvero hanno pregato per loro. E le frasi di circostanza raccontano di sentimenti ed esperienze vive.
Credo perché anchei giovani presenti conservano freschi i tanti racconti dei padri, e sentono l'avvenimento parte della loro vita e della comunità, nonostante i tanti anni trascorsi. Una bella lezione da ricordare!