Concluso un inverno mite e senza neve, che ci ha salutato però con un mese di pioggia come da tempo non accadeva, ho approfittato degli ultimi giorni di sole per mettere un po’ d’ordine nel frutteto, prima di Pasqua.
Mi son serviti quattro anni per capire che avere cumuli di materiali sparsi per il terreno, tutto sommato non era una idea poi così brillante, nonostante nella mia testa una logica sembrava esserci. E così tanto vale raccogliere tutto nel fienile coperto, che già di suo è al momento il ricettacolo di ogni disordine.
Fatto.
Funziona così: da fuori quel che c’è dentro si nota poco, ma dentro non si nota la differenza con il disordine aggiuntivo. In compenso l’esterno ha guadagnato l’impressione di essere molto più in ordine. Credo ci sia una spiegazione scientifica per questo, chiedendo aiuto alla matematica: sommando due infiniti disordini, si ha come risultato un solo infinito disordine!
Invece a che punto sono del programma definitivo dei lavori? Un filo in ritardo. Ma, considerando quanti giorni di pioggia si sono susseguiti, e qualche lavoretto extra infilato qua e là, non sono ancora in ansia per il ritardo. Spero di proseguire così.
Gli ultimi lavoretti? Inizio dalla mia cara panca sotto al noce: tolta la protezione di coppi invernale, è ora anche libera dai retrostanti cumuli di tegole (con quelli buoni da un lato, e i cocci dall’altro). Ora me la godo davvero, guardandola lì libera in mezzo al prato: l’unica cosa su cui cade l’occhio è il tappeto di primule fiorite. Non resta che lasciare crescere la siepe di rose appena piantata, e aggiungere un paio di scritte su tavole di legno, per ora ancora solo nella mia mente, e potrei considerare questo angolino finito. Mi fa impressione dirlo.Su tutto comunque la cosa che più mi riempie di soddisfazione è l’aver completato la bordura lunga del frutteto. Ogni anno un pezzettino di muretto in più, a partire dal 2021, completo di aiuola pulita dalle erbe e piantumata. Ora con una accelerata sono arrivato fino in fondo, con tutti i suoi 16 metri, e in fondo una scaletta per salire verso il piano del noce.Tutta ordinata, con la bordura ripulita dalle infestanti, la terra smossa e concimata, e il tratto nuovo pronto per ospitare nuove piante di erbacee ornamentali, compreso un pezzetto per ora coperto da un telo pacciamante, già pronto per gli acquisti compulsivi dell’anno prossimo! Non mi sembra vero! Tirare una riga sull’elenco delle cose da fare, e vedere una cosa finita, tra le tante iniziate e lasciate più o meno a metà, per anni.
Ecco, in effetti si nota una certa evoluzione nella qualità della tessitura del muretto, con il passare degli anni: i primi tratti più irregolari, e l’ultimo praticamente perfetto! Dopotutto ci son voluti tre anni: avevo iniziato a fine febbraio 2021, e lo ho concluso il 26 aprile 2024. Quando non avrò più niente da fare potrò ricominciare da capo e sistemare le parti peggiori.
A prova della data di inizio, sono andato a ricercare il post in cui ne parlavo, che si trova qui. E una volta di più ho benedetto questo blog, e i suoi pensieri qui conservati, quando aiutano a non dimenticarci del passato. Nel rileggere quasi stentavo a credere a quello che avevo scritto allora: non ricordavo più ad esempio che anche nel 2021 ci furono restrizioni per la pandemia. Consiglio una rilettura. Perché tre anni fa come oggi eravamo ancora in epoca COVID, e prima di Pasqua era tornato il divieto di muoversi tra regioni diverse: sembra una cosa lontanissima, invece è dietro l’angolo. Quindi una volta di più, evviva aver superato quella fase, ma peccato che ce ne siamo dimenticati così velocemente.
Tornando a noi e alle piccole cose di ogni giorno: adesso l’erba inizia a crescere veloce, e lo sfalcio dei prati e la rimonda delle bordure si mangeranno quasi tutto il tempo che posso dedicare ai Casali.Ma per una volta sono felice così!
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