La mia casa di Cremona è molto vicina al Fiume.
E quando il Po fa la voce grossa ed entra in golena, a volte l'acqua arriva fino a bagnarle le fondamenta, ma non c'è mai pericolo che entri. Gli antichi costruttori sapevano il fatto loro. Sono molto affezionato alle lente acque grigie del Fiume. E per questo fra le varie pagine Facebook che seguo c'è ne è una che si chiama il Fiume Po. Una pagina strana.
Perché pubblica sempre un solo post, verso sera. Sempre lo stesso:
scorre
E puntualmente non manco mai di mettere un mipiace. E so che sembra una cosa stupida, eppure lo sento importante.
Dopo una giornata piena di mille problemi e incombenze, e mille cose che vanno storte, mi ricorda che invece al Fiume non importa niente. Lui scorre sempre e comunque, non si accorge di quel che succede attorno. L'acqua va sempre avanti placida e tranquilla, niente la può turbare.
E così vado a letto un po' più sereno, con la consapevolezza che mah si, dopotutto quel che è successo oggi non è poi così importante.
E con l'auspicio di imparare a vivere così, a scorrere. Insomma, per stare bene basterebbe imparare dall'acqua del Fiume.
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Non conosco ancora gli abitanti di Casali, non bene almeno. Però la prima impressione che ho, è che la vita qui sia un po' come l'acqua nel fiume: scorre.
E come nel Po, ogni tanto fa qualche piccolo gorgo e mulinello, ma è solo una cosa passeggera, poi tutto riprende la sua strada come se nulla fosse accaduto.
Forse è così anche quando il paese si riunisce per parlare della gestione dell'acqua, assemblea a cui ho assistito recentemente per la prima volta. Non sapevo cosa aspettarmi, pensavo solo ad una grossa riunione di condominio. Mi sbagliavo.
Perché si, c'è stato un bel mulinello, qualche discussione, ma sciolto il nodo della questione ci si ritrova al bar come se non fosse successo niente. Perché il fiume continua a scorrere.
Mi sbagliavo sulla riunione, ma l'ho capito dopo. Credo che la differenza stia nel fatto che qui non ci sono solo un insieme di persone che si son trovate ad abitare vicine, come in un palazzo di città.
Questa è una comunità.
Come se ci fosse un legame che unisce tutti, più forte dei problemi che di volta in volta possono capitare. Forse perché è sempre stato così. Era così per i loro padri, sarà così per i figli, sempre uguale, come l'acqua che scorre.
E dalle chiacchiere che ho fatto sinora con i casalesi, mi sembra di capire quanto grande sia la solidarietà che regola i rapporti, che lega le persone tra di loro, ed al paese.
Un legame tanto forte che neanche la distanza riesce a cancellare: mi raccontano per esempio dei lavori per il campanile della chiesa sostenuti dagli abitanti ora emigrati in Inghilterra, per sottolineare il loro legame affettivo con il paese natio. Le circostanze li hanno allontanati, ma il pensiero è sempre alla loro terra, recita l'iscrizione sulla torre, dedicata agli emigranti di Londra.
Dal giorno della riunione, dove peraltro sono stato presentato a tutti, assieme ad altri due nuovi abitanti, confesso che mi sento un pochino di più un intruso. Strano, dovrebbe essere il contrario. E non per come si comportano le persone, che anzi sono tutte gentilissime e molto accoglienti. Son io che mi sono accorto che non è comperando dei sassi che si entra a fare parte di questo insieme. Forse c'è solo bisogno di tempo. Chissà, magari fra qualche anno sarò anche io un pochino membro di questa comunità.
Per ora in verità mi sento solo un po' un disturbatore. Da buon ansioso, mi preoccupo di scompigliare la quiete del borgo con i lavori alla casa che stanno per iniziare. Mi sento molto il Ned Flanders della situazione... salve salvino vicino... certo certosino... disturbo disturbino?
Speriamo che anche questo sia solo un mulinello, e che alla fine torni a scorrere tutto tranquillo. Come prima, sempre uguale, come l'acqua che scorre nel fiume.