Passa ai contenuti principali

La via breve per la serenità


In questi giorni ho proprio pensato che è ben arrivato il momento di appuntare qui qualche suggestione sulla strada direttissima Lugagnano-Casali, la mia fedele alleata delle salite frettolose.
Frettolose si, ma durante le quali è comunque doveroso godere di qualche pillola di paesaggio.

Come ogni cosa il Val d'Arda, tutto parte sempre da Castell'Arquato. Aggirato via tangenziale Lugagnano, la strada prosegue per un bel tratto comodo, diritto e piano, proprio nel fondovalle, a fianco del fiume con il suo greto ghiaioso. Il rettilineo grazie al cielo aiuta a superare in fretta anche la macchia blu del cementificio, che ci si dimentica rapidamente. Subito si inizia a serpeggiare morbidamente, seguendo i profili dei piedi delle colline, leggermente in salita.
E poi ecco la diga di Mignano, con dietro il suo lago, tristemente vuoto in questa stagione che lo vorrebbe nel pieno delle sue capacità, in vista della stagione estiva.
La via prosegue costeggiando il bacino per un tratto, sul bordo di un pendio molto scosceso, il più scosceso di tutti, con solo un esile parapetto a separare l'auto dal baratro e dal disastro sicuro. Non è certo questo il tratto in cui improvvisarsi il Brian O'Conner della situazione.
Qui in verità tutta la sponda destra è davvero scoscesa. La valle si stringe, a picco sul lago, con pendii brulli o boscati. O almeno dal lato della strada, perché l'altra sponda invece è tutta un'altra storia, con fianchi più dolci e coltivati, punteggiati da tante casette sparse.

Proseguendo, due punti di riferimento attirano spesso la mia attenzione. Prima la chiesa di Rabbini, a mezzacosta sul  versante che guarda ad est, costruita su un alto podio che la rende visibile da molti luoghi. Compare alla vista appena passato il lago, prima di raggiungere un impressionante fronte di frana che lambisce la strada, appena tornata a percorrere la sponda sinistra del fiume. Che si attraversa in corrispondenza di una serie di briglie da cui ultimamente fluisce appena un rivolo d'acqua.
La seconda, più avanti, è la chiesetta di Settesorelle, o meglio la punta del suo campanile, che spunta tra gli alberi in cima ad un cucuzzolo tutto suo, boscato dalle radici alla vetta, e da dove sembra controllarci tutti.
E qui la valle si riapre un pochino, sempre più ricoperta di boschi, con i pini silvestri che iniziano ad accompagnare il cammino.
Solo qua e la, il bosco si interrompe per lasciare posto a qualche prato o campo coltivato, dove le foglioline tenere e giovani del frumento nato da poco sono di un bel verde brillante.

Ancora qualche curva ed ecco la punta del campanile di Sperongia, la prima chiesa che si incontra nel fondovalle, anziché in quota come le sue omologhe. Non è proprio vero, perché sembra sorgere anche lei su una sorta di basso promontorio che si infila nel letto del fiume. Credo che in passato fosse in compagnia di un castello, di cui non saprei ritrovare le tracce.
Punto di riferimento fondamentale, perché è dove si abbandona la provinciale per buttarsi in una rete di stradine secondarie, strette e tortuose.
E non è un punto casuale, perché qui la valle si biforca: verso sud (la mia direzione), prosegue l'Arda, mentre verso ovest un altro torrente, altrettanto grande, risale in una valle tutta sua fino a Morfasso. In mezzo, a separarli, una collina.
Si imbocca quindi una stradetta in discesa, con un bel cartello stradale che indica la direzione per Casali; attraversato il torrente Lubiana  quasi subito, si inizia ad arrancare attorno ad un poggio, ed a risalirne le pendici.
Non prima di essere passati accanto a qualcosa: sembra un piccolo masso erratico, nascosto in mezzo ad arbusti e ad altra vegetazione. Sembra in equilibrio su un cumulo di detriti , ma non mi convince: mi sembra di intravedere anche alcune tracce di muri a secco, non capisco bene. Magari è una rovina... forse no. Son curioso, prima o poi mi fermerò per guardarlo con più attenzione, e scoprirne qualcosa di più. Passandoci davanti rispunta per un attimo lo spirito represso da Indiana Jones... 

Si prosegue con le scorciatoie note solo agli autoctoni, imparate anche da me a furia di provare e riprovare: prima tra tutte una svolta a sinistra che quasi sempre mi perdo, sovrappensiero. Si rimedia presto, scendendo all'incrocio successivo, attraversando Salino. Ma talvolta, se mi accorgo in tempo della svista, faccio un pezzo di retromacia pur di fare questo breve tratto di strada: si scende verso il fiume, circumnavigando un gruppo di case sulla destra, attorniate da prati bordati da siepi, quasi a formare un cerchio perfetto. E sulla sinistra ecco il profilo inconfondibile della rocca, che qui incombe come in nessun altro luogo, con i piedi a mollo nei ghiaioni dell'Arda.
E poi, sorpassata questa, e la chiesa di Pedina Inferiore, si apre alla vista un paesaggio sorprendente.
Un fondovalle coperto di prati dolci e campi coltivati, da qui fino su a Casali, su entrambi i versanti, interrotti solo di tanto in tanto da qualche boschetto, in una successione continua, con le colline che terminano più in alto nell'anfiteatro dei monti che chiudono l'alta valle. Ad un occhio attento non sfugge il cambiamento del paesaggio. I campi sono orlati di siepi e filari misti, con tanti alberi. In questi giorni si vede che buona parte di questi sono ciliegi, perché sono tutti in fiore! Uno spettacolo: non ho ancora trovato un altro scorcio che mi trasmette la stessa serenità.
Nel nostro immaginario, una vista così si associa più facilmente a qualche zona caratteristica dell'entroterra inglese, piuttosto che all'appennino dietro casa. 
Mi sembra che da questo passaggio si entri nel regno della tranquillità e del silenzio, tanto che il solo transitarvi con la macchina mi fa sentire un po' in colpa, quasi come se fossi un disturbatore della quiete che regna sovrana. Sembra proprio che ogni volta i grilli mi dicano "Ssst Ssst Ssst"...

E la rocca fa da guardiano per questo piccolo angolo di mondo, riservato a quei pochi che lo conoscono. Ed è forse per questo che passando da qui mi viene in mente Aragorn, mentre oltrepassa gli Argonath nel film di Peter Jackson. Anche per me qui si segna un po' un confine: dopo la rocca il mio animo è più leggero!
Sarà anche perché sono quasi arrivato a destinazione: la strada prosegue ridiscendendo per attraversare il fiume, che ha più l'aria di un allegro torrente qui, e rapidamente si riguadagna quota lungo il versante del Carameto, fino a raggiungere la meta dopo l'ultima salita.

L'ultima volta che ho percorso questo itinerario mi son mangiato con gli occhi anche il sottobosco lungo le scarpate ai lati della strada: tutto ricoperto di primule e violette, con qualche elleboro qua e la, da solo, a fare la primadonna....
Ma insomma, è tutto un grande giardino! Tra l'altro in barba alla severa siccità di questi mesi. Che meraviglia la natura :-)

Post popolari in questo blog

una luce in più nella notte

Della mia piccola casetta ho scoperto una cosa curiosa, la scorsa estate. È talmente piccola che quando accendo la luce della scala, da fuori sembra brillare, con le finestre tutte piene di luce! Da qualche tempo ho preso una nuova abitudine, in barba al caro bollette: quelle poche volte che dormo qui, in inverno, alla sera lascio di proposito la luce accesa per un po', anche se non mi serve. Perché ho capito che è una cosa di cui c'è bisogno, anche se è solo un piccolo segno. Certo vuol dire "guardate, stasera sono qui anche io, eccomi!" Ma anche per dire che nonostante sia quasi sempre chiusa, è una casa viva, non è abbandonata a se stessa.  In mezzo a tante case vuote che ho intorno, mi sembra una bella cosa e un segno positivo. E così chi qui ci vive tutto l'anno, non manca di farmelo notare. È bello vedere una casa in più illuminata la sera, dicono. Non l'avevo capito subito, ci ho messo un bel po'. Perché bisogna immedesimarsi per capire cosa signifi...

un momento, un respiro

Sono ai Casali, come spesso accade in questo dicembre. Fuori dalla finestra c'è ancora la neve, caduta dieci giorni fa. Siamo qui proprio in pochi. Eppure, chissà come, quando esco a fare due passi dopo pranzo, per sgranchire le gambe, incontro sempre qualcuno con cui scambiare un saluto e due parole.   Sto ascoltando  take a moment to breathe . Siamo quasi a fine anno, e sarebbe il tempo di bilanci. Invece sto solo pensando all'anno venturo. Forse perché si chiude un buon 2024: sono soddisfatto per come è andato. Sarò anche un po' indietro con i lavoretti in giardino, ma posso dare la colpa alla pioggia autunnale, e poi alla neve. Sono contento. Contento per l'affetto che ci lega in famiglia, per gli amici che ho vicino, per il lavoro che faccio, per il fatto di poterlo fare da qui, per i colleghi che rendono ciò possibile. Non è poco. Un pensiero, un momento, un respiro. D avanti alla valle assolata e coperta di neve. - - - Sto preparando due liste per il ...

neve di fine aprile

 A proposito della emergenza climatica, di cui non si parla mai abbastanza, quest’anno continua a piovere. Siamo a metà maggio, credo che sia caduta più pioggia quest’anno sino ad ora, che nei due anni precedenti sommati. A marzo ero tutto soddisfatto per aver messo un po’ di ala gocciolante in giardino, da usare come irrigazione di soccorso solo nei mesi in cui l’uso irriguo non è vietato. Beh non l’ho ancora provata. Meglio così. In effetti in questa primavera è tutto verde e lussureggiante, come non mai negli anni recenti! Per lamentarci di qualcosa, direi possiamo farlo per la mancanza di mezze misure, dopo due anni di siccità. Quando non c’è invochiamo acqua, ma quando piove troppo e non si riesce nemmeno a seminare i campi o fare fieno diventa pure questo un bel problema. Le previsioni ci dicono che l’instabilità proseguirà ancora a lungo, con temperature freschine per il periodo. Ho ancora la stufa accesa in casa, tanto per capirci. Sempre a proposito di emergenza climatica,...

tra il Pellizzone ed il monte Lama

Mi piace l'idea di lasciare traccia qui di due passeggiate che, partendo da due punti contrapposti, mi hanno consentito di esplorare tutta una parte del crinale della alta valle, paesaggio che oramai mi è così familiare visto dalla casa di Casali. Sono così finalmente riuscito a raggiungere e conoscere un po’ meglio le cime del Groppo di Gora, del Castellaccio, del Cravola e del monte Lama. Partendo dal passo del Pellizzone, imboccando la strada di destra, accanto al monumento ai caduti, ci si inoltra verso nord lungo un percorso che parte bello largo e comodo, e poi mano a mano stringe fino a diventare un sentiero in mezzo al bosco. Ma sempre perfettamente in cima al crinale che separa la Valdarda dalla Valceno. Per cui, anche in mezzo al bosco, si ha sempre un pendio che scende a destra, e l’altro che scende a sinistra. Il percorso completo è molto lungo, (tipo 15 chilometri), ma ci si può accontentare di molto meno. Io ad esempio mi son fermato sulla cima del Groppo d...

un po' di ordine

Concluso un inverno mite e senza neve, che ci ha salutato però con un mese di pioggia come da tempo non accadeva, ho approfittato degli ultimi giorni di sole per mettere un po’ d’ordine nel frutteto, prima di Pasqua.  Mi son serviti quattro anni per capire che avere cumuli di materiali sparsi per il terreno, tutto sommato non era una idea poi così brillante, nonostante nella mia testa una logica sembrava esserci. E così tanto vale raccogliere tutto nel fienile coperto, che già di suo è al momento il ricettacolo di ogni disordine.  Fatto. Funziona così: da fuori quel che c’è dentro si nota poco, ma dentro non si nota la differenza con il disordine aggiuntivo. In compenso l’esterno ha guadagnato l’impressione di essere molto più in ordine. Credo ci sia una spiegazione scientifica per questo, chiedendo aiuto alla matematica: sommando due infiniti disordini, si ha come risultato un solo infinito disordine! Invece a che punto sono del programma definitivo dei lavori? Un filo in rit...

anche il cielo piange

È martedì otto ottobre.  Piove forte sopra ai Casali.  Anche il cielo piange. Piange Lorenzo,  che a ventitré anni lascia questi monti. A cosa servono questi alberi verdi, a cosa serve il canto di un uccello, a cosa serve il sorgere del sole, a cosa serve una notte stellata? Che scopo ha tutto ciò? No, non esiste uno scopo. Per questo la vita è così.  OSHO , I misteri della vita

Il Passo del Pellizzone

Dopo due anni a Casali, per la terza volta domenica sono arrivato al passo del Pellizzone (1029 metri slm, come recita il cartello). Quasi uno scandalo non andarci più spesso, è proprio a due passi dal paese. La prima volta ci son andato per necessità: una domenica ho avuto un problema con l'auto che mi aveva messo una grande ansia. Per fortuna di poco conto e subito risolto dalle abili mani di Pinuccio, Meccanico al Pellizzone, che così ho avuto modo di conoscere meglio all'opera nella sua officina, nonostante il giorno festivo. La seconda volta invece ci son passato a piedi, mentre salivo in cima al Carameto, partendo da casa. Passeggiata di cui ho raccontato qui . Le scorse volte mi erano rimaste impresse alcune cose: il paesaggio inaspettato, giustamente tipico di un passo in cima al crinale, al capo della valle; due begli edifici antichi, forse in origine poste per i cavalli: uno dei quali oggi ancora ospita un bar dove il tempo sembra essersi ferm...

da un anno all'altro

È successa una cosa inaspettata. Negli ultimi giorni più di una persona mi ha fatto notare che è da un po' di tempo che non scrivo qui. Mi è sembrata una coincidenza talmente strana, che forse merita una risposta. In effetti è dall'inizio di dicembre, sono passati più di tre mesi. In cui sono stato poco a Casali, ma è sempre più del nulla che mi si prospetta davanti ora. Di cose da annotare su un diario ce ne sono un po', per cui eccomi a porre rimedio. Devo impormi di farlo più spesso però, perché altrimenti poi mi ritrovo dei papiri come questo, che sembra non finire mai. Lettore avvisato. È sabato 13 marzo, e ho appena finito di riordinare le tante bustine di semi, dopo le prime semine della stagione, rigorosamente in luna nuova. Mi metto al PC, apro YouTube con una canzone di  Jonsi , e via. È un periodo di anniversari... È da poco passato un anno dal primo caso di Covid19 a Cremona, un anno da quando ho cambiato modo di lavorare, un anno dall'inizio del primo lockd...

c'è nessunoooo?

Siamo arrivati anche quest'anno a fine novembre! Il proposito è di fermarmi ai Casali fino alla neve. Vediamo quanto la crisi climatica mi viene incontro in questo.  Qualche fiocco lo abbiamo già visto il 20, in verità, ma non si è fermata a terra, quindi non conta. La maggior parte delle giornate sono serene, e un po' freschine, come è anche giusto che sia. In paese oramai le case sono quasi tutte chiuse. Siamo rimasti davvero in pochi: possiamo contarci sulle dita delle mani.   Le belle giornate portano alcuni a salire nei fine-settimana, per fortuna! Ma gli altri giorni davvero si possono trascorrere senza vedere anima viva. Ti viene proprio da urlare: c'è nessunooo? Continuo ad essere molto grato alle persone che mi danno la possibilità di lavorare da quassù,  con il pc davanti alla finestra che inquadra una fetta di cielo azzurro, e il profilo del crinale della valle brullo, per i boschi spogli. Con il monte Menegosa al centro e il camino della casa di Carlo che...

Il monte Carameto

In un attimo di tranquillità mi son ritagliato qualche momento per raccogliere le idee e scrivere di un'altra bella passeggiata fatta nelle scorse settimane. La guida dei sentieri la chiama "L'anello di Casali" e consente di salire dal paese fino alla vetta del monte Carameto ( 1318 metri ) e ritorno. La partenza anche stavolta è direttamente dalla porta di casa. O meglio, per i precisi, dalla bacheca accanto alla canonica di Casali. Si inizia verso sud, percorrendo la strada asfaltata che con andamento pianeggiante attraversa un vasto versante tutto coltivato a campi di fumento e prati ben tenuti e ordinati. Attraversata la provinciale che va da Morfasso al Pellizzone ecco che si inizia la vera escursione, lungo uno sterrato che arrampica verso il passo, più diretto della strada. Era questa l’antica via che conduceva al passo, e lo si capisce da alcuni indizi sparsi qua e la: qualche muretto a secco, un accenno di sistemazione del fondo. Un tempo dovev...