Passa ai contenuti principali

Il Magnano


Ieri una signora Casali mi ha chiesto: "ti vedremo mai seduto in giardino a prendere il sole, senza fare niente?" Me lo sto chiedendo anche io, dato che i miei momenti a Casali sono sempre e solo pieni di troppe cose da fare. Non fa proprio per me starmene fermo, c'è sempre qualche cosina da sistemare, ordinare, rassettare...
Però un passo avanti l'ho fatto: finalmente ho inaugurato la guida ai Sentieri di Morfasso che con grande piacere ho ricevuto in regalo.



Lo ammetto, ho iniziato dal percorso più facile, verso la Rocca di Casali, con il suo bel panorama sull'alta valle, di cui ho già scritto qui. È una bella sensazione che si prova, al pari di una cima ben più alta, ma a due passi da casa, dopo una mezzoretta di passeggiata su un sentiero comodo e quasi pianeggiante. Meglio di così non si potrebbe.

Alla Rocca è facile arrivare. Ma del Magnano ne vogliamo parlare? È uno sperone roccioso, poco distante dalla cima, ma immerso in un fitto bosco. La sua fama è data dalla presenza di una gradinata scolpita nella roccia in tempi preistorici, probabilmente legata a riti sacri o sacrificali, dato che si affaccia direttamente sul baratro.




Ma non era tanto semplice da raggiungere. Con i nuovi segnavia che son stati posizionati con cura invece è tutta un'altra cosa: perfino un pasticcione come me è riuscito a raggiungerla senza difficoltà. Dal crocevia sulla Rocca si imbocca un sentierino sottile sottile, che attraversa un sottobosco fitto e inerbito, su uno stretto ciglionamento del versante sempre ripidissimo. E così, dopo una decina di minuti, riesco anche io a raggiungere una deliziosa e minuscola conca ombreggiata, proprio alle spalle delle rocce affioranti, attrezzata con una bacheca informativa. Bravi!


Per la verità sulla cima della rupe non mi son fidato a salire, penso che serva una certa esperienza. Non ho visto i gradini scavati nella roccia in tempi remoti, ma mi ha fatto effetto sentirli così vicini, in un luogo fuori dal tempo. Mi sono fermato per un po' a godermi il silenzio, con il vento come unica compagnia.


Leggo sulla guida che la Rocca di Casali è per antonomasia la montagna della resistenza: resistenza degli antichi liguri che nella loro fortezza difendevano i territori dall'avanzata dei romani, resistenza dei dissidenti napoleonici che qui si rifugiarono, ed infine resistenza dei partigiani che trovavano riparo nei suoi anfratti in anni ben più recenti.

Ma passeggiando ho notato che ci sarebbe un'altra resistenza da citare: quella dei Cerri. Visti in questi termini assumono tutta una nuova luce.
La prima volta che son stato da queste parti, l'anno scorso, ero rimasto un po' deluso dalla flora, composta da questi alberelli piccoli e nodosi: sembrano proprio stentati, e danno poca soddisfazione alla vista.

Invece no: sono anche loro l'immagine di questa natura che con tenacia cresce in cima ad uno sperone roccioso, con pochissima acqua, e sempre sferzata dal vento. Questi alberi non possono che crescere con estrema lentezza con rami nodosi, contorti, coperti di licheni e poche foglie. Insomma, non potrebbero esserci alberi più adatti per questa montagna.


Ho provato poi una variante al sentiero proposto: seguendo una via ripidissima sono sceso verso il fondovalle, su quella che un tempo doveva essere una bella strada lastricata, oramai purtroppo molto rovinata. Passate alcune case abbandonate ed in rovina, si raggiunge la località Case Nuove, preceduta da una bella fontanella con acqua corrente (meno comune di quanto si potrebbe pensare, da queste parti), per poi risalire verso casa lungo la strada carrabile, con pendenze ben più morbide, adatte a tutti, anche se piuttosto assolata. 
Una passeggiata semplice, da fare in poche ore, direttamente uscendo dalla porta di casa. Cosa potrei desiderare di meglio?

Post popolari in questo blog

una luce in più nella notte

Della mia piccola casetta ho scoperto una cosa curiosa, la scorsa estate. È talmente piccola che quando accendo la luce della scala, da fuori sembra brillare, con le finestre tutte piene di luce! Da qualche tempo ho preso una nuova abitudine, in barba al caro bollette: quelle poche volte che dormo qui, in inverno, alla sera lascio di proposito la luce accesa per un po', anche se non mi serve. Perché ho capito che è una cosa di cui c'è bisogno, anche se è solo un piccolo segno. Certo vuol dire "guardate, stasera sono qui anche io, eccomi!" Ma anche per dire che nonostante sia quasi sempre chiusa, è una casa viva, non è abbandonata a se stessa.  In mezzo a tante case vuote che ho intorno, mi sembra una bella cosa e un segno positivo. E così chi qui ci vive tutto l'anno, non manca di farmelo notare. È bello vedere una casa in più illuminata la sera, dicono. Non l'avevo capito subito, ci ho messo un bel po'. Perché bisogna immedesimarsi per capire cosa signifi...

un momento, un respiro

Sono ai Casali, come spesso accade in questo dicembre. Fuori dalla finestra c'è ancora la neve, caduta dieci giorni fa. Siamo qui proprio in pochi. Eppure, chissà come, quando esco a fare due passi dopo pranzo, per sgranchire le gambe, incontro sempre qualcuno con cui scambiare un saluto e due parole.   Sto ascoltando  take a moment to breathe . Siamo quasi a fine anno, e sarebbe il tempo di bilanci. Invece sto solo pensando all'anno venturo. Forse perché si chiude un buon 2024: sono soddisfatto per come è andato. Sarò anche un po' indietro con i lavoretti in giardino, ma posso dare la colpa alla pioggia autunnale, e poi alla neve. Sono contento. Contento per l'affetto che ci lega in famiglia, per gli amici che ho vicino, per il lavoro che faccio, per il fatto di poterlo fare da qui, per i colleghi che rendono ciò possibile. Non è poco. Un pensiero, un momento, un respiro. D avanti alla valle assolata e coperta di neve. - - - Sto preparando due liste per il ...

neve di fine aprile

 A proposito della emergenza climatica, di cui non si parla mai abbastanza, quest’anno continua a piovere. Siamo a metà maggio, credo che sia caduta più pioggia quest’anno sino ad ora, che nei due anni precedenti sommati. A marzo ero tutto soddisfatto per aver messo un po’ di ala gocciolante in giardino, da usare come irrigazione di soccorso solo nei mesi in cui l’uso irriguo non è vietato. Beh non l’ho ancora provata. Meglio così. In effetti in questa primavera è tutto verde e lussureggiante, come non mai negli anni recenti! Per lamentarci di qualcosa, direi possiamo farlo per la mancanza di mezze misure, dopo due anni di siccità. Quando non c’è invochiamo acqua, ma quando piove troppo e non si riesce nemmeno a seminare i campi o fare fieno diventa pure questo un bel problema. Le previsioni ci dicono che l’instabilità proseguirà ancora a lungo, con temperature freschine per il periodo. Ho ancora la stufa accesa in casa, tanto per capirci. Sempre a proposito di emergenza climatica,...

tra il Pellizzone ed il monte Lama

Mi piace l'idea di lasciare traccia qui di due passeggiate che, partendo da due punti contrapposti, mi hanno consentito di esplorare tutta una parte del crinale della alta valle, paesaggio che oramai mi è così familiare visto dalla casa di Casali. Sono così finalmente riuscito a raggiungere e conoscere un po’ meglio le cime del Groppo di Gora, del Castellaccio, del Cravola e del monte Lama. Partendo dal passo del Pellizzone, imboccando la strada di destra, accanto al monumento ai caduti, ci si inoltra verso nord lungo un percorso che parte bello largo e comodo, e poi mano a mano stringe fino a diventare un sentiero in mezzo al bosco. Ma sempre perfettamente in cima al crinale che separa la Valdarda dalla Valceno. Per cui, anche in mezzo al bosco, si ha sempre un pendio che scende a destra, e l’altro che scende a sinistra. Il percorso completo è molto lungo, (tipo 15 chilometri), ma ci si può accontentare di molto meno. Io ad esempio mi son fermato sulla cima del Groppo d...

un po' di ordine

Concluso un inverno mite e senza neve, che ci ha salutato però con un mese di pioggia come da tempo non accadeva, ho approfittato degli ultimi giorni di sole per mettere un po’ d’ordine nel frutteto, prima di Pasqua.  Mi son serviti quattro anni per capire che avere cumuli di materiali sparsi per il terreno, tutto sommato non era una idea poi così brillante, nonostante nella mia testa una logica sembrava esserci. E così tanto vale raccogliere tutto nel fienile coperto, che già di suo è al momento il ricettacolo di ogni disordine.  Fatto. Funziona così: da fuori quel che c’è dentro si nota poco, ma dentro non si nota la differenza con il disordine aggiuntivo. In compenso l’esterno ha guadagnato l’impressione di essere molto più in ordine. Credo ci sia una spiegazione scientifica per questo, chiedendo aiuto alla matematica: sommando due infiniti disordini, si ha come risultato un solo infinito disordine! Invece a che punto sono del programma definitivo dei lavori? Un filo in rit...

anche il cielo piange

È martedì otto ottobre.  Piove forte sopra ai Casali.  Anche il cielo piange. Piange Lorenzo,  che a ventitré anni lascia questi monti. A cosa servono questi alberi verdi, a cosa serve il canto di un uccello, a cosa serve il sorgere del sole, a cosa serve una notte stellata? Che scopo ha tutto ciò? No, non esiste uno scopo. Per questo la vita è così.  OSHO , I misteri della vita

Il Passo del Pellizzone

Dopo due anni a Casali, per la terza volta domenica sono arrivato al passo del Pellizzone (1029 metri slm, come recita il cartello). Quasi uno scandalo non andarci più spesso, è proprio a due passi dal paese. La prima volta ci son andato per necessità: una domenica ho avuto un problema con l'auto che mi aveva messo una grande ansia. Per fortuna di poco conto e subito risolto dalle abili mani di Pinuccio, Meccanico al Pellizzone, che così ho avuto modo di conoscere meglio all'opera nella sua officina, nonostante il giorno festivo. La seconda volta invece ci son passato a piedi, mentre salivo in cima al Carameto, partendo da casa. Passeggiata di cui ho raccontato qui . Le scorse volte mi erano rimaste impresse alcune cose: il paesaggio inaspettato, giustamente tipico di un passo in cima al crinale, al capo della valle; due begli edifici antichi, forse in origine poste per i cavalli: uno dei quali oggi ancora ospita un bar dove il tempo sembra essersi ferm...

da un anno all'altro

È successa una cosa inaspettata. Negli ultimi giorni più di una persona mi ha fatto notare che è da un po' di tempo che non scrivo qui. Mi è sembrata una coincidenza talmente strana, che forse merita una risposta. In effetti è dall'inizio di dicembre, sono passati più di tre mesi. In cui sono stato poco a Casali, ma è sempre più del nulla che mi si prospetta davanti ora. Di cose da annotare su un diario ce ne sono un po', per cui eccomi a porre rimedio. Devo impormi di farlo più spesso però, perché altrimenti poi mi ritrovo dei papiri come questo, che sembra non finire mai. Lettore avvisato. È sabato 13 marzo, e ho appena finito di riordinare le tante bustine di semi, dopo le prime semine della stagione, rigorosamente in luna nuova. Mi metto al PC, apro YouTube con una canzone di  Jonsi , e via. È un periodo di anniversari... È da poco passato un anno dal primo caso di Covid19 a Cremona, un anno da quando ho cambiato modo di lavorare, un anno dall'inizio del primo lockd...

c'è nessunoooo?

Siamo arrivati anche quest'anno a fine novembre! Il proposito è di fermarmi ai Casali fino alla neve. Vediamo quanto la crisi climatica mi viene incontro in questo.  Qualche fiocco lo abbiamo già visto il 20, in verità, ma non si è fermata a terra, quindi non conta. La maggior parte delle giornate sono serene, e un po' freschine, come è anche giusto che sia. In paese oramai le case sono quasi tutte chiuse. Siamo rimasti davvero in pochi: possiamo contarci sulle dita delle mani.   Le belle giornate portano alcuni a salire nei fine-settimana, per fortuna! Ma gli altri giorni davvero si possono trascorrere senza vedere anima viva. Ti viene proprio da urlare: c'è nessunooo? Continuo ad essere molto grato alle persone che mi danno la possibilità di lavorare da quassù,  con il pc davanti alla finestra che inquadra una fetta di cielo azzurro, e il profilo del crinale della valle brullo, per i boschi spogli. Con il monte Menegosa al centro e il camino della casa di Carlo che...

Il monte Carameto

In un attimo di tranquillità mi son ritagliato qualche momento per raccogliere le idee e scrivere di un'altra bella passeggiata fatta nelle scorse settimane. La guida dei sentieri la chiama "L'anello di Casali" e consente di salire dal paese fino alla vetta del monte Carameto ( 1318 metri ) e ritorno. La partenza anche stavolta è direttamente dalla porta di casa. O meglio, per i precisi, dalla bacheca accanto alla canonica di Casali. Si inizia verso sud, percorrendo la strada asfaltata che con andamento pianeggiante attraversa un vasto versante tutto coltivato a campi di fumento e prati ben tenuti e ordinati. Attraversata la provinciale che va da Morfasso al Pellizzone ecco che si inizia la vera escursione, lungo uno sterrato che arrampica verso il passo, più diretto della strada. Era questa l’antica via che conduceva al passo, e lo si capisce da alcuni indizi sparsi qua e la: qualche muretto a secco, un accenno di sistemazione del fondo. Un tempo dovev...