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dalla trincea alle prove di normalità

È passato da poco il terzo mesiversario dallo scoppio dell'epidemia da Coronavirus in Italia, 100 giorni ad essere precisi, e due mesi dall'ultimo post qui. Man mano mi sono preso un po' di appunti in questi giorni, e già solo rileggendoli ora a distanza di poche settimane, mi rendo conto di quanto siano preziosi e di quanto rapidamente ci si possa dimenticare delle sensazioni provate in quei giorni terribili.
Perché si, pur non essendo neanche lontanamente fuori dall'emergenza, dopo quattro settimane di fase 2 sembra di essere lontani anni luce dai giorni  dell'emergenza.
Sono stati due mesi di quarantena forzata, chiusi in casa a guardare il mondo cambiare fuori dalla finestra...

Gli appunti sono scritti mano a mano, giorno per giorno. Certo non è una lettura particolarmente entusiasmante, ma tant'è. Li pubblico qui sempre e solo con l'idea di lasciare una memoria di quel che è successo, per non dimenticare.
Sempre poi in attesa di questa fantomatica data: 3 giugno. Riaprono le frontiere, anche quelle tra le varie regioni d'Italia che sinora si potevano attraversare solo per ragioni lavorative o stato di necessità. Sembra ti tornare ad una parvenza di normalità, anche se è solo una illusione. Restano in vigore, e chissà fino a quando tutte le misure di distanziamento sociale, l'obbligo di indossare sempre una mascherina (almeno in Lombardia) oltre a tutte le incombenze di sanificazione da adottare nei luoghi aperti al pubblico.

Riguardando i primi giorni di appunti, a partire dalla metà di marzo,sembrano quasi una cronaca di guerra... O forse di questo si trattava.

Io grazie al cielo ho trascorso i giorni di quarantena a casa a Cremona: la casa è molto grande, e orto e giardino hanno rappresentato il bene più prezioso di tutti, per conservare la sanità mentale!
Ecco purtroppo accanto a casa passa un percorso ciclabile che in tempi normali è molto frequentato dai cittadini che cercano una boccata d'aria facendo due passi in campagna guardando le paperette che nuotano nel canale accanto.
All'inizio di marzo le persone a passeggio sono davvero poche, ma sempre troppe, dato il momento.

L'unico contatto con l'esterno della mia famiglia lo faccio io, una  volta alla settimana la spesa all'Esselunga. Momento particolarmente carico d'ansia: l'ingresso è contingentato, si fa una lunga fila sotto al provvidenziale portico pensato dal buon Gardella, poi misura della temperatura, disinfezione delle mani, secondo paio di guanti e mascherina e via, si può entrare.
Mi torna in mente la prima spesa fatta, quando c'era stato l'assalto dei supermercati, il 24 febbraio, quando la cassiera mi dice "hanno comperato cose assurde, al giorno d'oggi chi è che usa più farina o lievito..." povera ingenua, in questo periodo sono diventati prodotti preziosissimi e ricercatissimi: continueranno ad andare a ruba per due mesi.

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Il 17 marzo parte dal North Carolina un ospedale da campo con 60 operatori di una ONG americana, la Samaritan's Purse: verrà montato nel parcheggio dell'ospedale di Cremona, che al momento è uno dei presidi ospedalieri più sotto pressione.

18marzo
Vado a letto dopo aver visto una immagine sconvolgente: da Bergamo parte una colonna di camion militari. Sembra infinita. Trasportano le bare dei defunti, che vengono portate in altre città per essere cremate, tale è il numero di persone morte in così poco tempo che cimiteri e forni crematori non sono più in grado di gestire.
È chiaro a tutti che i numeri ufficiali sono assolutamente sottostimati rispetto allo stato dei fatti, soprattutto in Lombardia. E nonostante questo il dato ufficiale è di 475 decessi oggi in Italia, e quasi 29000 contagiati. La maggior parte in Lombardia.

Oltre a quello di Cremona, partono gli allestimenti per altri ospedali da campo a Crema, Brescia, Bergamo e Piacenza, e si completano due nuovi reparti di terapia intensiva al san Raffaele di Milano, costruiti con fondi raccolti da Chiara Ferragni e Fedez. 
La regione decide di costruire ex novo un ospedale tutto di terapia intensiva in due padiglioni della fiera di Milano.

Il sindaco del comune di Gerre, il cui confine passa a poca distanza da casa mia decide di chiudere con una ordinanza tutte le piste ciclabili che entrano sul suo territorio, stufo di vedere cittadini che scorrazzano a frotte sul suo territorio. Chiusa anche strada che passa dal Boscone, finalmente.
Ma ci sono voluti i posti di blocco della protezione civile per riuscire a bloccare finalmente il flusso.
Anche dal lato di Cremona la Polizia locale e i carabinieri iniziano un pattugliamento assiduo delle ciclabili, anche con i droni, e mettono una serie di nastri bianchi e rossi a chiusura della mia strada. Cosa che da un lato apprezziamo molto, ma che crea qualche difficoltà ai corrieri, che girano per la città come dei forsennati, diventati l'unico modo per poter acquistare molti prodotti. Alcuni runner, per sfuggire alle sanzioni dei vigili, tentano anche di guadare il canale che passa sotto a casa. Alcuni ci riescono. Altri restano talmente invischiati nel fondo fangoso da avere bisogno di aiuto da parte dei vigili stessi per potersi liberare, e prendere la meritata multa. Perché tra le varie regole di contenimento c'è anche il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione.

Io continuo a lavorare al  computer, da casa. Mi sono sistemato una postazione provvisoria di fronte alla finestra del salotto, quella che affaccia direttamente verso la ciclabile. Dopo alcuni giorni sono già stufo marcio di sentire passanti urlare ogni volta "uh guarda le violeeeee" fermandosi di fronte alla finestra per raccoglierle. Chissà come fanno ad essercene ancora... Nessuno ovviamente si pone il problema del come mai davanti ad una casa ci siano fiori e lungo il resto dell'argine no, ovviamente a nessuno viene in mente che magari è perché qualcuno li ha piantati...
E nella mia testa ogni volta: "ma state a casa vostra cazzo": è inutile se noi ci isoliamo e poi ci ritroviamo attorniati da infetti irresponsabili che sbraitano davanti alle finestre. 
Un pomeriggio, esasperato, ho risolto il problema: sono uscito col tosaerba e zac.

Comunque al di la della situazione generale, anche nelle piccole cose di ogni giorno si coglie la dimensione del disastro: una cosa che mi ha colpito tanto sono stati i necrologi di coppia sul giornale, quando marito e moglie muoiono pochi giorni l'uno dall'altro.

Ad un certo punto sembra di sentire meno ambulanze. Ma abbiamo scoperto che essendoci le strade sgombre, hanno iniziato a muoversi senza sirene.

Dilaga in tutte le città la moda di illuminare di notte le facciate di alcuni edifici con il tricolore bianco rosso e verde,  da nord a sud. A Cremona è toccato alla ghirlanda del torrazzo, su iniziativa dei ragazzi di pro-Cremona. E mi ricordo bene quella sera, quanto è stato emozionante uscire di casa per guardarlo  da qui, così illuminato, pensando a ciò che quella luce rappresentava... da pelle d'oca.


immagine di pro-cremona


Si leggono storie strazianti su Facebook, che raccontano di intere famiglie cancellate, o di comunità di anziani decimate. Terribili davvero.
E nel frattempo dopo alcuni giorni di strani commenti internazionali, anche all'estero si sono accorti che l'epidemia stava dilagando, in misura diversa nei vari paesi.
In televisione si vedono scene di litigi per accaparrarsi gli ultimi prodotti in alcuni supermercati in Francia, oppure una incredibile codsa di persone fuori da un negozio di armi negli Stati Uniti, per concludere con la fila fuori da un negozio di stupefacenti in Olanda. 
Da noi insperabilmente funziona tutto in modo ordinato e regolare. Un modello praticamente!

È stato ricostruito il disastro : il virus pare essere arrivato in Italia attorno al 20 gennaio dalla Germania e ha circolato per quattro settimane senza che nessuno se ne accorgesse. 
Pare sia stata una manager di Shanghai venuta a Monaco di Baviera solo per una riunione. Ha portato con se il virus e ha contagiato 4 persone, tra cui una che ha portato virus in Italia. Così almeno dice il Virologo Galli dell'ospedale Sacco di Milano

20 marzo: è passato un mese da quando tutto è iniziato.
Il bilancio ufficiale è salito a 47.000 contagi in Italia, 4.000 morti. 300 contagi ogni giorno in Lombardia, per un totale di 22.000 malati e 2.500 morti solo in Lombardia. Bergamo e Brescia stanno pagando un prezzo altissimo, in termini di numeri, ma Cremona resta prima per incidenza sulla popolazione residente, con lo 0,7% colpita dal virus. 
Ma i numeri sono assolutamente sottostimati, forse di un ordine di grandezza. Non si contano le persone a casa con febbre alta senza problemi respiratori, non contano gli infetti asintomatici che continuano a scorrazzare e diffondere il contagio. E tra i morti non si contano quelli che scelgono di morire nei propri letti, nelle proprie case, pur di restare fino all'ultimo vicino si propri cari, preferendola ad una morte in ospedale con la sola assistenza del personale medico, per quanto si prodighi per garantire la migliore assistenza possibile.

Dopo una giornata segnata da un rincorrersi di provvedimenti scoordinati delle varie regioni, che cercavano di mettere tappi per ridurre ulteriormente gli spostamenti delle persone (la riduzione del 60% è considerata ancora insufficiente), dalle 11 di sera di sabato 21 marzo, dopo un altro bollettino di guerra, e centinaia di persone morte nelle ultime 24 ore, il presidente del consiglio Conte, in un discorso alla nazione, prende finalmente la decisione che ancora mancava: tutto chiuso per 15 giorni, anche le attività produttive non essenziali. 
Il più triste primo giorno di primavera che si ricordi.
Viene introdotta l'autocertificazione, che accompagnerà per i mesi successivi tutti gli spostamenti. Ai numerosissimi posti di blocco delle forze dell'ordine bisogna presentare un documento in cui si dichiara di non essere malati e le ragioni dello spostamento. Se si viene fermati e si è in viaggio per una ragione non ritenuta necessaria, si prende una bella multa salata.

22 marzo, due notizie: la prima è che il sindaco di Cremona Galimberti è in isolamento per avere contratto l'infezione.
Però arriva una buona notizia dal Maggiore. Mentre l'ospedale da campo entra pienamente in funzione, la prima persona si è risvegliata da una terapia intensiva: dopo 30 giorni! I medici lo dicevano da un po': abbiamo bisogno che qualcuno esca da qui guarito, per dare un senso al nostro lavoro!
Un noto pneumologo intervistato in tv risponde ad una domanda: le migliaia di morti dei bilanci sono morte tutte di coronavirus ? Ha dato la risposta più umana che ho sentito: certamente no. Ma posso anche dirle che se non ci fosse stata questa epidemia, queste persone sarebbero ancora vive.

23 marzo: ad un mese dalle prime richieste di chiudere tutto in Lombardia ancora regna confusione. Sabato 21 la regione emette una ordinanza molto restrittiva che chiude tutto tranne le filiere essenziali, ma il giorno seguente il governo fa un decreto per chiudere su tutto il territorio nazionale, ma le eccezioni sono tantissime. In Lombardia non cambierebbe praticamente niente visto che tanti hanno chiuso spontaneamente. Oggi lunedì 23 in lombardia ci si interroga su quale dei due provvedimenti prevalga sull'altro... Siamo ridotti così. Nel pomeriggio sindaco e prefetto di Cremona decidono di applicare in città le disposizioni più restrittive.

Il nodo della sovrapposizione di competenze ha generato un grande problema di confusione. A mio avviso il problema di fondo è l'incapacità di anticipare le questioni: i provvedimenti arrivano alla spicciolata, sempre dopo molti giorni di richieste e insistenze da parte delle regioni. Non si capisce ancora quanto la situazione della Lombardia sia diversa da quella di Roma, con i suoi tre pazientucoli ricoverati allo Spallanzani, dove fanno conferenze stampa quotidiane come se stessero facendo tutto loro...
Nessun membro del governo si è ancora fatto vedere da queste parti. 

Per rendere l'idea, riporto un mio post su Facebook:
"In 3 settimane:
Bar: prima aperti normalmente, poi fino alle 18, poi di nuovo fino a sera, poi di nuovo fino alle 18, poi chiusi del tutto.
Passeggiata: prima si, poi no, poi si ma vicino a casa, poi si ma con autocertificazione, poi no, ora di nuovo si.
Mascherina: prima non serve, poi servirebbe ma lasciamole agli immunodepressi(che ci sta), poi si ma solo se ffp3, poi vanno bene anche le chiururgiche, poi le devono mettere solo i positivi con sintomi, poi non servono a niente di nuovo, poi le ffp3 per i positivi non vanno bene, poi sarebbe meglio che le mettessimo tutti, però senza obbligo.
Poi ci stupiamo se abbiamo le idee confuse?"

Tornano fuori racconti della epidemia di spagnola. E improvvisamente si scopre che era successa esattamente la stessa cosa. Anche allora polmonite, solo tanti morti perché non davano l'ossigeno.. 
Forse a chi si chiede come sarà dopo, se cambierà tutto o meno, bisognerà riguardare a cosa è successo allora... Cosa che non è molto confortante... 
Come dice il buon Robert Jordan all'inizio di ogni volume della sua interminabile saga fantasy: "la ruota del tempo gira e le epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda. La leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è oramai dimenticato quando ritorna l'epoca che lo vide nascere."

Un momento alla finestra: aria fresca, sole, di la il campo dei Forti di un bel verde acceso per l'erba appena nata, le prime foglioline sugli alberi che iniziano a nascondere la città all'orizzonte, l'acqua del Morbasco che scorre lenta con le papere che sguazzano. le tartaruge prendono il sole sul tronco semi-sommerso di un albero caduto. Unici rumori: l'amico picchio che tutte le mattine è all'opera. E una ambulanza in lontananza.
Comunque si può fermare tutto ma non la natura.

31 marzo: viene organizzato in tutta Italia un minuto di silenzio per le vittime.

Iniziano a vedersi alcune immagini dei pronto soccorsi vuoti, anche se sono ancora dei singoli episodi, delle casualità in mezzo all'emergenza. Ma è un segno che qualcosa sta cambiando e l'isolamento a cui tutti siamo costretti inizia a portare i suoi frutti. Però non dobbiamo farci trarre in inganno e pensare che sia finita. Vero. Però è anche vero il fatto che due settimane non era così. La situazione forse sta davvero migliorando.
Sempre in questi giorni vengono inaugurati due ospedali temporanei realizzati a Milano e a Bergamo nei padiglioni delle fiere. 

Si inizia a capire che le abitudini dovranno cambiare a lungo, si inizia a parlare di ripresa, anche se ancora rimandata a dopo Pasqua, e che la ripresa dovrà comunque essere graduale e dovremo mantenere a lungo le buone prassi di distanziamento sociale, dovremo abituarci a portare le mascherine a lungo.

Iniziano ad arrivare i primi provvedimenti del governo per fronteggiare l'emergenza economica che segue quella sanitaria e inizia a fare sentire i suoi effetti. Arriva una prima rata di soldi a pioggia per la ripartenza. Soldi che  in verità non abbiamo. Andremo in bancarotta? Già non eravamo in grado di gestire il debito prima.... Figuriamoci ora.


Si moltiplicano riflessioni su come sarà il dopo, se saremo migliori, sul fatto che sia una occasione per ripensare la propria vita in modo diverso.
Penso di si, che per molti sia così, qualcosa cambierà.
Ma non credo sarà un discorso generalizzato per la società. 
Ho letto una riflessione che metteva in relazione l'epidemia di spagnola  con l'avvento dei regimi totalitari del '900. Risuccederà? Non lo escluderei, in Ungheria è successo già che il presidente si sia fatto assegnare pieni poteri per gestire l'emergenza, in barba alle proteste dell'Unione Europea.

Non credo che alla fine sarà un mondo migliore. 
E se ne vedono già i primi sentori. Molti giornalisti sono impazziti: fomentano polemiche spesso male interpretando i provvedimenti presi o quello che accade. Ma perché? Irresponsabili! Siamo ancora in piena emergenza, è ovvio che ci vuole tempo per affrontare problemi nuovi che nessuno ha mai gestito prima che che non eravamo in grado di affrontare. Purtroppo nessuno ha la bacchetta di sambuco. 
Per fortuna si trovano interviste a medici che senza interruzioni con domande stupide riescono a spiegarci come stanno davvero le cose!

Comunque alla fine credo che nelle parole de il brigante della valtolla sia riassunto tutto ciò che ci aspetta: i migliori miglioreranno, i peggiori peggioreranno
E poi l'altra verità è che tra sei mesi ci saremo già dimenticati tutto. Resteranno certo i problemi economici, ma dei sentimenti provati durante il lock-down, tutti chiusi in casa, resterà qualcosa?

Invece di lavorare tutti uniti per uno scopo utile e alto, per aiutare chi fa quello che può per salvare le nostre vite, quanti spendono inutilmente il loro tempo per fare polemiche sterili e assolutamente inutili, con il solo scopo di mettere zizzania e fare perdere tempo inutile a chi si deve difendere da attacchi... Non giudico le questioni sollevate, che magari sono anche corrette. Ma dio mio, proprio adesso erano da sollevare? Mentre la gente muore e un mare di persone fanno quel che possono per evitare che ciò accada? 

Tanti scrivono che il dopo sarà migliore... 
Se queste sono le premesse, non credo proprio. 

Una ragione in più per fuggire lontano da questo mondo...
Siamo proprio sicuri poi che sia così male essere un po' più poveri di come eravamo prima della pandemia?

La data del 4 maggio è una data importante: inizia una prima ripresa lenta e parziale delle attività. La chiamano la Fase 2.

Il 18 maggio poi riprendono quasi tutte le altre attività, riaprono negozi bar e ristoranti ma restano molte limitazioni. Riprende ad esempio la celebrazione delle funzioni religiose, rimaste sospese per tre mesi.

Leggo sul giornale di una ricerca dell'ospedale di Cremona da cui emerge come già dal 20 gennaio erano ricoverate in ospedale persone con sintomi COVID. Per cui sicuramente si erano ammalate ben prima della dichiarazione di emergenza, ben prima che scattassero i blocchi dei voli e di tutte le prime misure di contenimento dalla Cina. 
Il disastro della Lombardia è stato quindi causato dal fatto che per un mese il virus è circolato indisturbato, senza che nessuno se ne accorgesse. Ma non credo che sia solo una questione regionale, trovo abbastanza inquietante che il Ministero della Salute non solo non abbia preso nessun tipo di provvedimento, ma che nessuno nemmeno si ponga il problema del fatto che una cosa simile sia sfuggita al controllo. Ricordiamoci che tutto è iniziato grazie ad una intuizione di un medico dell'ospedale di Codogno, che decide di sua iniziativa di fare un tamponatone ad un paziente che non rispondeva alle cure ordinarie. Incredibile.
Chissà cosa stavano facendo nei palazzi romani, quando hanno dichiarato lo stato di emergenza il 31 gennaio, ma poi non hanno individuato procedure di sicurezza per individuare la malattia, non hanno acquistato ventilatori polmonari, mascherine e tutto quanto serviva in questa emergenza.

Ah perché ricordiamocelo: al di la di quello che sbandierano i giornali, non esistono cure per la malattia. Esistono solo sperimentazioni di farmaci che vengono testati su alcuni pazienti. Promettente è la cura con plasma di perone guarite sviluppata dal San Matteo di Pavia in collaborazione con l'ospedale di Mantova. Questo è. Poi ai pazienti con polmoni compromessi non resta altro che l'ossigenoterapia, in terapia intensiva. Ad un ragazzo di 18 anni, prima sanissimo,  vengono impiantati due polmoni nuovi, da tanto che i suoi sono stati danneggiati dal virus!
Anche a Cremona si racconta la storia del 18enne Mattia: per fortuna a lui è andata un po' meglio, ma è stato a lungo in terapia intensiva in coma farmacologico. Poveretto.

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È la fortuna dei corrieri. e dell'e-commerce. E la catastrofe di tutti quei negozianti dinosauri che non riescono ad adeguarsi al nuovo corso delle cose... Erano già degli zombie che galleggiavano nella crisi del commercio di dettaglio nel nuovo millennio. Questa crisi darà il colpo di grazia definitivo.

Oggi è il 30 maggio, e sono passati più di 3 mesi dall'inizio di ogni cosa.... questi i numeri ufficiali: 1.000 morti in provincia di Cremona, 33.200 morti in Italia (al terzo posto nella classifica mondiale dopo Usa e Inghilterra), 365.500 morti in tutto il mondo. Le persone contagiate nel mondo solo circa 6.000.000, ancora in rapida crescita in altri paesi. 
Con 232.000 persone contagiate, purtroppo all'Italia spetta ancora la maggior incidenza di decessi in rapporto alla popolazione.
L'epidemia sta esplodendo in questi giorni negli Stati Uniti, in Brasile e in Russia. Grazie al cielo in Italia invece è sotto controllo. Sono diverse le regioni che non hanno più nuovi casi, e anche in Lombardia, ancora epicentro dell'infezioni, i nuovi contagi sono pochi e gli ospedali stanno lentamente riprendendo le attività ordinarie con la riapertura delle sale operatorie e delle attività ambulatoriali.

Si susseguono gli studi e le ricerche. La verità è che si sa ancora pochissimo di quello che sarà. Pare che la polmonite non sia la malattia, ma una conseguenza di un problema circolatorio. E pare anche che molti guariti rientrino in ospedale per altre complicazioni. E molti dei guariti presentano comunque danni permanenti che si trascineranno a vita.
Ma ancora non sappiamo se con l'estate il contagio si attenuerà, se riprenderà in autunno...
L'unico risultato ottenuto finora, con l'epidemia quasi sotto controllo, è stato ottenuto con il blocco totale e le misure di distanziamento sociale: si può uscire solo indossando una mascherina, si deve tenere una adeguata distanza tra le persone, si devono evitare luoghi affollati.
E una volta di più siamo divisi in due, tra quelli che riprendono subito una vita normale, magari anche poco attenti alle misure di contenimento. 
E gli altri che proprio sapendo di poter incontrare tizi del genere, se ne guardano ancora bene dall'uscire e limitano gli spostamenti alle sole esigenze primarie indifferibili.

Comunque per tirare le fila di questa interminabile telecronaca: noi ci siamo ancora tutti e 4, e la settimana prossima posso finalmente rientrare a casa mia. 
C'è di che essere felici!





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