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quando non sono a Casali, e penso a SeMiScambi


È un periodo in cui passo davvero poco tempo a Casali.

E allora ho pensato di aprire una piccola parentesi, che non c'entra nulla con il tema del blog. O meglio, riguarda, in modo laterale, il mio piccolo giardinetto.

Dopotutto oramai si tratta di una cosa che fa parte di me, penso aiuti a presentarmi meglio.

Perché se qualcuno mai dovesse chiedersi cosa ne faccio del sempre più scarso tempo libero, quando non lo passo qui… ecco la risposta: aiuto, come posso, alcuni amici nell'organizzazione di SeMiScambi.



Ma cosa è SeMiScambi?

La risposta ufficiale potrebbe essere: è un baratto di sementi, libero e gratuito, organizzato dai volontari del gruppo FAI giovani Cremona ogni terza domenica di settembre.

Tutto qui? No.

Intanto perché è un impegno costante, che ci accompagna continuamente ogni giorno, a partire dalla cura che mettiamo nei nostri giardini per coltivare le piante da cui trarre un ricco bottino da mettere a disposizione di tutti. Ma è anche condivisione, convivialità , è vita.

E cerchiamo di farlo con semplicità e leggerezza, senza troppe regole, guidati solo da passione, allegria e amicizia. Lo facciamo perché è il nostro modo per dare un piccolo contributo al FAI - Fondo Ambiente Italiano, alle sue idee e ai suoi valori.

Perché ci crediamo, e crediamo che quel che facciamo sia una piccolissima briciola, ma una briciola che può contribuire a rendere migliore il mondo in cui viviamo.


E ci piace pensare che questo piccolo contributo per migliorare il mondo possa anche passare da una manciata di semi, donati con il sorriso, che fioriranno anche sul più anonimo dei balconi.




Bruno Munari diceva che
un albero è l'esplosione lentissima di un seme.

Dylan Thomas invece ci ha regalato una poesia infinita:
la forza che nella verde miccia spinge il fiore
Spinge i miei verdi anni

Entrambi, con poche parole, meglio di altri, ricordano quale sia la forza positiva che nasce da un seme. E penso sia la stessa che spinge anche noi ad andare avanti.

Questo per dire che, insomma, forse quel che facciamo è più di quel che sembra. Ha solo bisogno dei tempi della natura per essere coltivato e dare frutto.



A chi ci chiede come funziona o come fare se non si hanno semi da scambiare, rispondiamo sempre che noi non vendiamo nulla, e che uno scambio si può fare anche con qualche biscotto o quel che la fantasia suggerisce. Noi doniamo qualche seme dai nostri vasetti, messo in una bustina con il nome, e in cambio riceviamo una bustina di altri semi. Oppure offriamo i nostri semi in pegno, con la speranza di ritrovarci l'anno successivo, con semi raccolti dalle piantine nate da questo dono. E a volte funziona!

Perché ci piace pensare anche che quella manciata di semi possa essere la prima di tante. Per questo ci consideriamo un po' la versione 1.0 dello scambio di semi, proprio per i principianti.

E ci rivolgiamo prevalentemente agli appassionati di giardinaggio, dei bei giardini di bordure miste di erbacee, così poco diffusi nella nostra pianura.

Ci stiamo ritagliando il nostro angolino di spazio, dedicato alle persone che amano le cose che crescono, che preferiscono coltivare da se le proprie piante, magari alle prime armi.

Non ci sovrapponiamo ad altre manifestazioni ben più strutturate, organizzate da persone con migliori competenze e più professionali. Per chi è così preparato ci sono già l'Adipa, o Seed Vicious, e altri, che organizzano splendide iniziative, oltre alle tante associazioni grandi e piccole che raccolgono produttori agricoli custodi di varietà antiche.

Noi pensiamo di fare qualcosa, nel nostro piccolo, dove altri non arrivano.



Che stavo facendo qualcosa di buono l'ho capito il secondo anno, quando hanno iniziato a fiorire le piante nate dopo il primo scambio: ogni nuovo fiore che si schiudeva, era puntualmente affiancato dal commento di mia mamma "questo me lo ricordo, lo coltivava una volta la nonna nel suo piccolo giardino"

Oramai questa esperienza prosegue da 7 anni , durante i quali oltre alle edizioni principali, abbiamo partecipato attivamente ad oltre trenta eventi di scambio in giro per il nord Italia, con il nostro banchetto di vasetti. Perché più di tutto ci teniamo a fare girare i semi, e metterli in contato con più persone possibile.

Dopotutto i protagonisti sono loro: noi siamo solo un tramite e mettiamo in contatto, seppur indirettamente, persone che non si conoscono provenienti dalle più diverse aree geografiche, attraverso i semi che ci vengono donati e che noi a nostra volta doniamo ad altri.



Una cosa sempre nuova e affascinante, in queste occasioni, è la condivisione spontanea di saperi ed esperienze! ciascuno con i propri segreti, gli usi e le proprietà più improbabili di certe piante: ci sarebbe da scrivere un libro solo con quello che impariamo in questo modo.

E per ultima ma non meno importante, bisogna ricordare la bella rete di conoscenze che si sta costruendo, tra persone che condividono i medesimi interessi, le stesse passioni.



Abbiamo anche un bel quaderno dei pensieri lasciati dai visitatori, che ogni tanto sfogliamo. Ne ho uno preferito, scritto da una persona speciale. "Per il quaderno dei pensieri: Ne ho tanti, alcuni anche per voi che fate le cose sul serio e con leggerezza. Il futuro sta da queste parti."


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Ecco, poi per la verità un dispiacere è quello di non aver fatto un secondo quadernetto, più per uso personale, su cui annotare una certa ricca aneddotica….

Oppure le mode del momento. Mi torna in mente l'okra, che tutti cercavano quando eravamo ancora agli inizi. Dopo averne faticosamente recuperati dei semi, nessuno ce l'ha più chiesta: si vede che nel frattempo ne è stato sperimentato il sapore….

Oramai abbiamo abbastanza inquadrato le persone che troviamo di fronte al banchetto, e seppur tra mille sfumature, iniziamo a riconoscere alcuni profili cliché che si fanno notare. Ho provato a classificarli, ma con simpatia, perché più di tutto c'è da dire che le persone che partecipano a queste iniziative sono sempre belle persone.


Il principiante bulimico

tipicamente: vorrebbe tutto, ma non ha niente da scambiare, e si sente in colpa. Trascorre mezz'ora a passare in rassegna vasetto per vasetto, cercando sul telefono i nomi delle piante che non conosce. Sono i momenti più belli perché si capisce che i semi in dono ad una persona simile sono davvero apprezzati e avranno una felice sorte

l'esteta
guarda con ammirazione i vasetti, stupendosi per la quantità di diverse forme e colori che si possono trovate nel mondo dei semi. Non manca mai di fare una foto al banco con i suoi vasetti ed ai tocchi di seccume che lo adornano. Ma non prende nulla.

il fondamentalista:
"si mangia?" "c'è qualcosa che si mangia?" "Se non si mangia a cosa serve?"
Questo avviene particolarmente in alcuni luoghi, più che altrove. Per esempio quando a Chiamata a Raccolto c'è bisogno di prendersi un momento di pausa dall'assalto, il modo migliore di allontanare persone dal banchetto è annunciare con voce stentorea: qui non c'è niente da mangiare!

l'attrezzato
Più preparato di noi, oltre a portarsi a presso una cassettina in cui conserva in perfetto ordine le bustine di semi da scambiare, ha già bustine vuote e biro, pronto anche a servirsi self-service nei momenti di calca. La sua compagnia è sempre piacevole, oltre ad essere momento di condivisione di successi e problemi (le lumache come argomento su tutti, tengono bene il banco )

l'entomologo mancato
chiede semi che vanno bene alle api. Ovviamente non abbiamo semi di piante adatte a produrre miele in quantità sufficiente. Ma se iniziamo il lungo elenco di semi di fiori apprezzati dagli insetti in giardino, se ne va senza prendere nulla, con espressione sconsolata. Mah…

il falso esperto
si avvicina al banco e con fare sicuro chiede i semi di una tal pianta, ma solo perché è l'unica di cui riconosce il nome, sentita nominare in qualche improbabile trasmissione televisiva… In questo capitolo potremmo poi ascrivere anche quelle persone che si riempiono la bocca di parole di moda, senza sapere di cosa si sta parlando: orto sinergico sopra a tutto, in questi ultimi anni. Ma si smascherano facilmente, basta una domandina ben piazzata;

la signora chic
che poverina senza volere se ne esce con le gaffe più improbabili. Su tutte ricordo chi mi chiese: "Ma sono tutte antiche queste sementi?" a cui spontaneamente risposi "no signora, hanno tutte un anno, due al massimo". Sarebbe stato più appropriato, con il giusto tono di voce, dire "ma come parlaaaa, le parole sono importantiiii…."

l'approfittatore
perché vabbè, l'eccezione che conferma la regola ci deve essere, e quindi si trova anche quello che pensa di essere come ad un buffet inaugurale, e si sente in diritto di prendere tutto quel che vuole senza dare niente in cambio, neanche la riconoscenza. Ma questo capita raramente e generalmente in manifestazioni dove lo scambio semi è un aspetto collaterale, e quindi più rivolto alla massa.

Un capitolo a parte lo meriterebbero i bambini che però dividerei in due categorie, mediamente riconducibili a quelli di città e quelli di provincia.  È scontato dove va la mia preferenza,  perché dalla loro semplicità ed entusiasmo si capisce subito che sanno di cosa si sta parlando, e che davvero metteranno le mani nella terra e faranno crescere con tutto l'impegno che potranno il piccolo tesoro di semi che si sono guadagnati. Poi invece ci sono quelli che desiderano cose a caso, solo perché attirati da nomi ignoti o colori, senza minimamente preoccuparsi di cosa stanno chiedendo, peraltro solitamente andando puntualmente a scegliere le cose più rare e preziose che portiamo con noi…. E siamo pur certi che quei semi non vedranno la terra neanche da lontano (no, io e i bambini proprio non andiamo d'accordo, se non si capisce…)

Ma si cerca di accontentare un po' tutti.

E sono tante le persone che capiscono quel che facciamo, che sono in grado di capire il lavoro che c'è alle spalle di quei vasetti di vetro, che apprezzano la ricchezza della offerta e la ricercatezza di certe sementi. E quelli sono i momenti in cui più che mai veniamo ripagati di tutte le fatiche.

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