Sono rimasto indietro nel raccontare i piccoli e grandi progressi fatti in questi ultimi mesi nella sistemazione del “frutteto” e dell’ “orto”, dove lentamente si inizia forse a intravedere l’aspetto che dovrebbe avere il tutto ad opera conclusa. Rimedierò.
Dopo un anno ho finalmente capito che il tempo libero del
fine settimana non sarebbe stato sufficiente per riuscire a completare i lavoretti,
e approfittando delle belle giornate regalate da questa fine di autunno, ho
dato una bella accelerata, lavoricchiando anche durante i giorni
infrasettimanali, rispettando per adesso il cronoprogramma che mi sono
costruito, e che prima o poi posterò anche qui.
In questi giorni di spostamento sassi accelerato, alle prese
con il più grosso tra tutti, mentre faticavo
a portarlo nella posizione prescelta, ho avuto una piccola illuminazione:
perché non lasciare proprio qui dietro un messaggio in bottiglia, per spiegare
a chi verrà dopo di me, se mai ci sarà, cosa mi sia venuto in mente?
Così detto fatto! Ho pensato però di copiare anche qui il
testo della missiva. Vedremo se sarà più longeva la versione digitale o quella
cartacea.
Mi chiamo Giovanni Salomoni, sono nato a Cremona il 9 agosto
1980 e scrivo queste righe ai Casali di Morfasso, l’11 novembre 2023. Una
bellissima giornata di sole, rispettando il proverbio dell’ “estate di San
Martino”. Non so cosa aspettarmi da queste righe, se qualcuno mai le leggerà, o
quando questo succederà. E se quando succederà ci sarà ancora qualche segno di
quel che sto facendo in questi anni qui, o il bosco approfittando
dell’abbandono si sarà rimangiato tutto.
Come sono finito qui e cosa stavo facendo oggi?
Sarò breve J: nel
lontano 2015 per la prima volta ho messo piede in questo piccolo borgo, oggi
semi-disabitato ma un tempo assai popoloso, alla ricerca di una seconda casa
dove trascorrere alcune settimane estive al fresco.
È così che il 10 gennaio 2015 compro la casetta che sta qui
poco lontano, sulla sinistra, al numero 13. Dopo qualche lavoro di
sistemazione, inizio ad usarla l’anno successivo. Nel 2020, durante il primo
lockdown della pandemia da Covid-19, succede che due vicini, proprietari di due
fienili diroccati (o cascine, come si chiamano qui) decidono di passarle a me,
unitamente ad alcuni terreni adiacenti, liberandosi di un peso per la
manutenzione degli immobili, cadenti, e regalandomi uno spazio che mi consentirà
di allestire un giardino, con frutteto e orto. Questa almeno la mia idea
iniziale.
In questi ultimi anni, questa casetta e annessi è diventata
più di una semplice seconda casa. Passo qui quanto più tempo possibile, anche
in inverno o durante la settimana. Grazie alla possibilità del lavoro a
distanza con il mio computer portatile, posso lavorare anche da quassù, con una
buona connessione internet, nonostante i rapporti di lavoro siano rimasti
principalmente a Cremona. Sono a tutti gli effetti un nomade digitale. In
questo luogo ho trovato la pace che stavo cercando. Curo anche un piccolo blog
dove scrivo quel che mi succede qui. All’indirizzo internet
www.doppiotondo.blogspot.it
Ho passato gli ultimi tre anni a ripulire i terreni da rovi
e vitalba che infestava tutto, piantare alcuni alberelli da frutto, ancora
molto piccoli, e rimettere in sesto uno dei due fienili, mantenuto esattamente
com’era dov’era. È ora in fase di riordino quel che rimane del secondo fienile,
troppo ammalorato per poterlo salvare.
Per non cancellare la memoria di questo edificio, e del gran
lavoro che un tempo vi si svolgeva, ho scelto di demolirlo solo parzialmente,
mantenendo la parte bassa delle murature. I sassi demoliti non sono stati
portati via, né coperti di terra, ma utilizzati per costruire vari murettini a
secco in giro per il giardino, ove mano a mano sto piantando delle bordure di
fiori (erbacee e rose antiche) resistenti alla siccità di questi ultimi anni.
Questi lavoretti li faccio da solo, nel fine settimana, a tempo perso.
All’interno del fienile semi-demolito è mia intenzione
ricavare un piccolo orto con dei cassoni rialzati, ma per liberare lo spazio
dai tantissimi sassi della demolizione, ne sto ammucchiando una parte verso il
lato di monte. A mano, da solo, uno per uno. Tra questi anche il sasso più
grosso di tutti, spostato oggi, e dietro al quale si trova questa bottiglietta.
Dopo una intera giornata passata a spostare con fatica questo grande sasso, ho pensato
che meritasse una piccola attenzione. E così è nata l’idea di questa “capsula
del tempo”.
Oltre a queste righe inserisco alcuni fogli con: fotografie e
disegni di come erano i fienili quando sono arrivati a me, foto di come sono
adesso, alcune foto della casa prima e dopo i lavori.
Fa un po’ ridere la bottiglietta di olio, ma era l’unica
cosa che avevo in casa a portata di mano, per non perdere troppo tempo e
proseguire i miei lavoretti.
A chi la troverà auguro di poter passare a Casali giornate
serene ameno quanto quelle che passo io qui. Perché sarebbe proprio un bel
vivere!
Buona vita!!
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