Sono ai Casali, come spesso accade in questo dicembre.
Fuori dalla finestra c'è ancora la neve, caduta dieci giorni fa.
Siamo qui proprio in pochi. Eppure, chissà come, quando esco
a fare due passi dopo pranzo, per sgranchire le gambe, incontro sempre qualcuno con cui
scambiare un saluto e due parole.
Sto ascoltando take a moment to breathe.
Siamo quasi a fine anno, e sarebbe il tempo di bilanci.
Invece sto solo pensando all'anno venturo. Forse perché si chiude un buon 2024:
sono soddisfatto per come è andato. Sarò anche un po' indietro con i lavoretti
in giardino, ma posso dare la colpa alla pioggia autunnale, e poi alla neve.
Sono contento. Contento per l'affetto che ci lega in
famiglia, per gli amici che ho vicino, per il lavoro che faccio, per il fatto
di poterlo fare da qui, per i colleghi che rendono ciò possibile. Non è poco.
Un pensiero, un momento, un respiro. Davanti alla valle assolata e coperta di neve.
- - -
Sto preparando due liste per il 2025.
La prima con le cose da fare l'anno venturo: buoni propositi
per il lavoro, migliorando un po’ il ritmo, o come proseguire la sistemazione
del giardino, come organizzarsi per fare qualche passeggiata in più e fare
calare la pancetta... Un po’ le solite buone intenzioni insomma.
La seconda lista che sto meditando è quella dei
desideri che vorrei soddisfare con l'anno nuovo. Piccole cose eh, niente di
impegnativo. Semplici gratificazioni per pensare un po' a me stesso...
Ci sto pensando da un po': non mi viene in mente nulla. La
prima idea, la cosa più ovvia: un viaggetto, ma onestamente non ne sto sentendo
la necessità. Le gite con gli amici soddisfano il bisogno di vedere
cose nuove e belle. Mi sembrano sufficienti.
Ecco, magari andrò a vedere qualche giardino in primavera,
per non perdere l’abitudine.
Ma nient’altro.
E questo mi ha portato a farmi una domanda: è normale? O la
cosa nasconde delle implicazioni che non colgo?
Non sono sicuro di trarne la giusta conclusione, ma mi sono detto che è positivo non avere desideri: forse vuol dire che sono soddisfatto di quel che ho, e di come sono. Forse questo 2024 è davvero servito per trovare un equilibrio. Consapevole del fatto che tutto cambia sempre, e lo status quo non può durare, è bello goderne. Qui e ora.
Dovrei forse provare a coltivare nuovi interessi, cercare
nuovi stimoli, darmi nuovi obiettivi, fare di più per la comunità o per chi mi
sta vicino. Tante cose su cui riflettere. Con calma però.
Per concludere, con la morale di questo 2024: quanto si sta bene a vivere una vita semplice, che non ha bisogno di cose per essere riempita!
Anche per questo motivo, per questo Natale non ho preparato nessun regalo. Ho preso la cifra che avevo stanziato, e l'ho mandata a Nicolò Govoni e alla sua organizzazione umanitaria. Penso ne faranno un uso migliore. Se non hai ricevuto niente, ora sai perché.
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